Ipotesi del Servizio statistico della Regione che, con Lombardia e Umbria, ha la più alta incidenza di immigrati residenti sul totale degli abitanti (6,25%); nel 2004 le assunzioni a tempo indeterminato di non comunitari sono state il 22,2%.
Tra sette anni, cioè nel 2013, l'11% della popolazione dell'Emilia-Romagna sarà costituito da stranieri. E’ quanto emerge dall'ipotesi formulata dal Servizio statistico della Regione che, insieme a Lombardia e Umbria, ha già la più alta incidenza di immigrati residenti sul totale degli abitanti con una percentuale del 6,25% (pari a 257.233 persone) contro la media nazionale del 4,11%. E se Bologna è la città con più stranieri (con 55.824 cittadini), Reggio Emilia è quella con la più alta incidenza statistica (7,82% dei residenti). Ma l’analisi effettuata dalla Regione si sofferma anche sul processo di integrazione dei cittadini stranieri che sulle caratteristiche e sulle dinamiche sociali dell'immigrazione.
“Per quanto riguarda il lavoro - spiega Flavio Delbono, vicepresidente della Regione - i dati del rapporto mettono in luce che nel 2004 in Emilia-Romagna le assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori non comunitari hanno costituito il 22,2% del totale (con Ravenna in cima alla classifica) contro il 19,2% della media nazionale, mentre molto significativa è anche la crescita di cittadini stranieri titolari di imprese individuali. Se nel 2002 erano il 2,7% del totale, nel 2004 hanno toccato il 4% (punta massima a Reggio con il 6,4%) e la tendenza è destinata a salire”. L'Emilia-Romagna, inoltre, è la regione con la più alta incidenza di bambini stranieri nelle scuole. Si tratta di un importante indicatore di stabilizzazione abitativa, come d'altra parte lo è la crescita della componente femminile che ha raggiunto quota 48% anche per l'aumento dei ricongiungimenti
familiari. “Il peso degli alunni stranieri è passato infatti dal 2% dell'anno scolastico 1997/1998 all'8,4% del 2004/2005 con una punta del 10,35% nella scuola primaria - continua Delbono -. Resta però un certo divario, a svantaggio dei figli di immigrati, circa il tasso di promozione. Questo divario va dai 2,94 punti percentuali della scuola primaria ai 15,64 punti percentuali della secondaria, ed è strettamente legato alla difficoltà di integrazione che gli alunni stranieri incontrano”.
Interessanti, nel rapporto, sono anche i dati relativi alla nazionalità dei cittadini immigrati residenti in Emilia-Romagna al primo gennaio 2005. Guida la graduatoria il Marocco, con 46.408 persone pari al 18,04% del totale. Seguono Albania (13,65%), Tunisia (6,39%), Romania (5,98%) e Cina (5,11%). “Nel 2013 - conclude Delbono - secondo le previsioni elaborate dal Servizio statistico della Regione la popolazione aumenterà di 336.698 unità. Ma la crescita sarà dovuta esclusivamente ai cittadini stranieri. Il saldo naturale, cioè la differenza tra i nati e i morti, sarà infatti negativo per 122.306 unità, mentre il saldo migratorio, che è la differenza tra immigrati ed emigrati, sarà positivo per 459.004 unità. Quest'ultimo saldo sarà costituito per ben 241.926 persone da stranieri, e ciò significa che la loro incidenza sulla popolazione dell’Emilia-Romagna supererà l'11%”.
Redattore Sociale