È iniziata oggi la protesta degli operatori Gesco che chiedono alla Asl Napoli 1 una delibera per il rientro immediato del credito e l'adeguamento delle convenzioni. Interessati mille utenti.
È iniziata con l"accensione simbolica di una fiaccola davanti alla prefettura di Napoli la protesta degli oltre duecento operatori sociali della rete Gesco che da oggi fino a venerdì si astengono dalle attività socio-assistenziali per persone disabili, tossicodipendenti e per i sofferenti psichici. In piazza con gli operatori anche i familiari ed alcuni utenti ed ex utenti dei centri diurni e residenziali e delle comunità, per chiedere alla Asl Napoli 1 - che da dodici mesi non paga le cooperative per i servizi gestiti in convenzione - che si impegni con una delibera per il rientro immediato del credito, la mensilizzazione dei pagamenti, l’adeguamento su base Istat delle convenzioni e l’aggiornamento delle stesse a partire dal 3% in più. Le richieste sono state sottoposte da una delegazione composta dal presidente di Gesco Sergio D’Angelo e da alcuni operatori e familiari degli utenti al vice-prefetto Fabiola De Feo, che si è impegnata per un’intermediazione della prefettura presso la Regione Campania, affinché possano essere evitati gli altri giorni di protesta previsti per domani e venerdì e possano essere riprese subito le attività socio-assistenziali per gli oltre mille utenti seguiti dalle cooperative Gesco.
"Noi ci siamo presi la nostra parte di responsabilità - ha detto il presidente di Gesco Sergio D’Angelo –: abbiamo garantito qualità e continuità delle prestazioni e anticipato il costo del lavoro ma ora occorre che l’Asl Napoli 1 e la Regione Campania si facciano carico della loro parte. La decisione dell’interruzione dei servizi è stata presa nostro malgrado e con l’appoggio delle famiglie e degli stessi utenti che ci sono vicini pur in una condizione di disagio, perché solo così speriamo di poter evitare un’interruzione a tempo indeterminato e soluzioni più drastiche e irreversibili”. In caso di risposta negativa da parte della Asl Napoli 1 e della Regione Campania, la protesta proseguirà sia con la sospensione dei servizi che con presidi domani presso la sede dell’assessorato regionale alla Sanità e venerdì sotto quella della Regione Campania. Un altro fronte, intanto, si sta già aprendo per le prossime settimane, questa volta con il Comune di Napoli che da 17 mesi non paga le prestazioni socio-assistenziali gestite da oltre 150 organizzazioni sociali, con l’impiego di circa 2mila operatori.
Redattore Sociale