Il fotografo Carlo Rotondo racconta attraverso le immagini la vita di alcuni degli oltre 13mila 'Senza fissa dimora' di Milano
Le interminabili code di fronte al Centro aiuto in via Aporti e le notti trascorse ammassati nei mezzanini della metropolitana, i momenti di svago nei corridoi del Centro Ortles e le giornate in strada, nelle biblioteche o sugli autobus, in attesa della riapertura dei dormitori.
Gli scatti di Carlo Rotondo, esposti fino al 4 agosto alla libreria Rizzoli in galleria Vittorio Emanuele II, portano alla luce storie di vita vera e di quotidiana disperazione: c'è il 50enne Angelo, che dopo il licenziamento si è separato dalla moglie e ha perso la casa, Antonio, senza lavoro perché malato di cuore. E poi Silvia, che è scappata da una comunità di recupero perché le sembrava di impazzire, e Marco, chef 33enne che conosce sette lingue. Il progetto di Rotondo si inserisce in un più ampio workshop fotografico dedicato alla crisi e promosso dal gruppo culturale Macao in collaborazione con Miciap, una web-zine dedicata alla città di Milano.