Milano: chiude il Piano antifreddo, non l’accoglienza. In 5 mesi accolti 3.670 senza dimora


Pubblicato il 16.04.2013 in News Sociale

 

Il piano antifreddo si è concluso, ma l'ospitalità dei senza dimora continua. L’assessore Majorino annuncia che 2 ex scuole, quelle di via Mambretti e via Aldini, continueranno ad accogliere le persone con problemi di salute mentale e fisica

 

Il piano antifreddo si è concluso, ma l'ospitalità dei senza dimora continua. Due ex scuole, quelle di via Mambretti e via Aldini continueranno ad accogliere le persone con problemi di salute mentale e fisica. L'annuncio è dell'assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, che ha tracciato il bilancio del piano antifreddo, iniziato il 3 novembre 2012 e terminato il 31 marzo 2013. 

In cinque mesi sono stati accolte 3.670 senza dimora in 25 strutture. “Abbiamo ospitato 1.625 persone in più raddoppiando, rispetto solo due anni fa, il numero totale di posti messi a disposizione - spiega l’assessore -. Un risultato che abbiamo raggiunto  grazie  alla collaborazione con enti e associazioni che ci hanno coadiuvato nell’accoglienza e nella gestione delle strutture straordinarie e nell’assistenza di uomini e donne". 

Tra le novità del Piano anti-freddo di quest’anno anche il rilancio del servizio docce pubbliche con l’eliminazione del contributo di 1 euro a persona e l’avvio di un servizio  di ascolto grazie alla presenza nelle tre strutture (via Pucci, via Monte Piana e via Anselmo da Baggio) di operatori della Casa della Carità. “Abbiamo pensato alle docce pubbliche come vero e propri presidio socio-assistenziale - aggiunge Majorino -. Alle persone abbiamo offerto non solo la dignità di una doccia gratuita, ma anche la possibilità di parlare con qualcuno e trovare insieme soluzioni per uscire dall’isolamento e dal disagio”.

Infine presso la struttura di via Aldini, con la collaborazione di infermieri e medici di “Medici senza Frontiere” è stato aperto il primo ambulatorio attivo 24 su 24, con trenta posti letto, dove i senzatetto malati sono curati come se fossero a casa, senza  lasciare la struttura di accoglienza alla mattina come previsto dal regolamento. (dp)

 


Fonte: Redattore Sociale