Su ''Italia Caritas'' dati e riflessioni sul rapporto tra esclusione sociale e accesso alle cure. È quanto sostiene don Giancarlo Perego in un articolo tratto dal numero di luglio-agosto
Migliorano le condizioni di vita e aumentano le sue aspettative, ma si allargano le differenze tra le classi sociali”: è quanto sostiene don Giancarlo Perego in “Ammalarsi di povertà, la salute è un diritto?”, articolo tratto dal numero di luglio-agosto del mensile “Italia Caritas”. Alcune ricerche dimostrano che in Occidente la vita media è in crescita, ma non per tutti. Uno studio svolto a Roma, dal Dipartimento di epidemiologia della Asl RmE, ha diviso la popolazione in quattro classi sociali, corrispondenti ad altrettanti livelli socio- economici. Dal 1990 al 2000 i morti per anno sono passati da 800 a 597 nella classe “alta” della popolazione, più ricca e colta. Nella fascia più bassa i decessi sono passati da 877 a 841: in pratica i più deboli non si sono avvantaggiati del miglioramento globale delle condizioni di vita, dei nuovi farmaci e dei nuovi ritrovati della scienza. Tra le donne, poi, è andata ancora peggio: pere le deboli dell’ultima classe il dato è stato addirittura negativo; ne morivano 477 nel 1990 e ne sono morte 496 nel 2000.
Emergono così nella società italiana pericolose disuguaglianze, anche in relazione ad un bene primario come la salute, evidenzia ancora don Perego. Negli ultimi anni nuovi fenomeni sociali, come la crescita delle migrazioni, e tra gli immigrati degli irregolari, l’aumento del numero dei senza dimora, delle ragazze vittime di tratta e prostituite, dei detenuti in carcere ha reso più difficile l’accesso da parte di molti sia a servizi sanitari di base, sia a prestazioni specialistiche. Anche le regioni meridionali sono più a rischio assistenza sanitaria perché più povere ed ignoranti. In sintesi, si può affermare che negli ultimi anni è peggiorata radicalmente la salute di 1/4 della popolazione per colpa dello svantaggio economico. Indagini della regione Toscana confermano che l’attesa di vita è strettamente correlata al grado di istruzione posseduto, alla condizione sociale e professionale, al tipo di abitazione, alla composizione della famiglia. Sul piano politico, quindi, l’investimento nel settore sanitario va considerato un mezzo di sviluppo economico e un requisito per tutelare la dignità delle persone e aiutarle a uscire dal cicli della povertà.