Meglio il carcere che la strada. I detenuti portoghesi rinunciano alla libertà


Pubblicato il 19.09.2013 in News Sociale

 

La popolazione carceraria del paese è ai livelli record dal 2008. E con la crisi sono sempre di più quelli che preferiscono il regime aperto (tornare a dormire dentro) alla libertà condizionata: non saprebbero dove andare

 

 

Si può arrivare a preferire di rimanere in carcere piuttosto che ritrovarsi in mezzo a una strada? È quello che succede in Portogallo dove, secondo quanto riporta la stampa locale, la popolazione carceraria, con 14.000 detenuti, è a livelli record dal 1998. “Ci sono reclusi che preferiscono continuare a scontare la pena in regime aperto invece di uscire in libertà condizionata. Il motivo? Fuori non hanno un lavoro. La crisi è anche la causa della diminuzione delle visite dei familiari ai centri penitenziari. Molti non hanno i soldi per pagare il biglietto dell’autobus”, scriveva il settimanale portoghese Expresso in un reportage apparso a fine luglio.

Al fenomeno ha dedicato un ampio articolo anche El País. “La Direzione generale dei Servizi Penitenziari non conosce il numero di detenuti che rinunciano alla libertà ma José Brites, presidente della ong “O Companheiro”, specializzata nel reinserimento dei reclusi, ha già lavorato con vari casi di uomini di mezz’età che preferiscono andare all’associazione di giorno e tornare in carcere a dormire invece di accedere a un regime più aperto ‘perché con la crisi non sanno dove andare’”, scrive il corrispondente a Lisbona del quotidiano spagnolo.

Negli ultimi due anni, i più duri della crisi, con la disoccupazione che supera già il 17 per cento, la popolazione carceraria è aumentata con 2.000 reclusi in più, proprio mentre si registrava un abbassamento degli indici di criminalità. Le ragioni, si legge nell’articolo, sono anche altre, anche se legate alla crisi economica. Come per esempio, l’impossibilità di pagare le multe nei casi di reati minori o le minori risorse delle famiglie di origine per farsi carico degli ex detenuti. “Non è che i detenuti preferiscano rimanere in carcere. Questi sono casi emblematici ma circoscritti -ha spiegato il giudice Mouraz Lopes a El País- I giudici incaricati di approvare la libertà condizionale, al vedere che i requisiti necessari non si compiono, la negano”.

Uno dei delitti che è invece aumentato è il furto di generi alimentari. “Ci sono oggi più persone che commettono furti perché non hanno che cosa dare da mangiare ai propri figli”, ha dichiarato a l’Expresso il giudice Eurico Reis.