Le conseguenze dell'indulto. Mentre escono i primi detenuti, enti locali e associazioni preparano le risposte


Pubblicato il 02.08.2006 in News Sociale

Dalle carceri del Lazio, oltre ai 1200 detenuti in misura alternativa, ne usciranno altri 1500. Il garante regionale propone ''un piano straordinario di accoglienza, concertato tra le istituzioni, gli enti e le associazioni''.

Quali le conseguenze dell’indulto? Mentre escono i primi detenuti che usufruiranno del provvedimento da poco approvato dai due rami del Parlamento, enti locali e associazioni di affrettano a predisporre servizi e risposte, Non senza preoccupazioni per una rete di accoglienza forse non preparata e colta di sorpresa dall’aesito del dibattito parlamentare.

Per ciò che concerne la Regione Lazio, oltre ai 1.200 detenuti attualmente in misura alternativa che usufruiranno dell’indulto, ne usciranno altri 1.500 nei prossimi giorni. Il garante regionale, Angiolo Marroni, propone “un piano straordinario di accoglienza, concertato tra le istituzioni, gli enti e le associazioni” per garantire ai detenuti in uscita “un livello dignitoso di vita ed evitare allarmismi: vogliamo evitare che i detenuti usciti dal carcere vengano lasciati a se stessi, con potenziali rischi relativi anche alla sicurezza sociale”.

Il Ministero, il Provveditorato regionale (Prap), le Direzioni carcerarie, la Regione, le Province ed i Comuni sedi di istituti penitenziari, gli enti preposti e le associazioni di volontariato, dovrebbero insieme concertare un programma di inserimento per i circa 1.500 detenuti (400 Rebibbia Nuovo Complesso - 100 Rebibbia Penale - 100 Regina Coeli - 150 Rebibbia Femminile - 200 Viterbo - 180 Civitavecchia - 150 Frosinone - 80 Velletri - 60 Cassino - 15 Rieti - 20 Latina) che usciranno nei prossimi giorni dagli istituti penitenziari della regione. I dati sono stati ricavati interpellando i singoli istituti penitenziari del Lazio.

Secondo Marroni, il programma dovrebbe prevedere innanzitutto “un alloggio, seppur temporaneo, e la garanzia del cibo. Contestualmente bisognerebbe programmare un graduale reinserimento sociale nel mondo del lavoro coinvolgendo anche le imprese e le cooperative sociali. Sono queste - a mio giudizio - le linee guida su cui operare affinché gli effetti dell'indulto non abbiano ricadute negative”. E il garante regionale aggiunge: “Si sta diffondendo un clima di allarme sociale che non ha ragione di esistere, a patto che la situazione venga governata con la necessaria calma e serenità da parte delle istituzioni preposte e con una visione verso una prospettiva che offra serie opportunità di accoglienza e di inserimento”.  

 

Redattore Sociale


Autore: lab