Ieri, una trentina di rumeni clandestini, probabilmente arrivati quest’estate da Milano, sono stati prelevati da Villa Salus, dove occupavano l’ultimo piano (inagibile) dello stabile, e condotti in Questura dalle forze dell’ordine. Di questi, una donna è stata trattenuta in carcere perché in possesso di un precedente decreto d’espulsione, tre persone sono state condotte al centro di permanenza temporanea, altre due donne (con i figli a seguito) sono in attesa di una soluzione, due ragazzini sono stati inseriti in una comunità di accoglienza per minori, mentre agli altri rumeni è stato rilasciato un ordine di espulsione da eseguire entro cinque giorni, al termine del quale subentrerà l’arresto immediato.
“Sottolineiamo che si tratta prevalentemente di donne e bambini, lavoratrici in nero o mogli di lavoratori privi sì di un regolare permesso di soggiorno, ma certamente non privi di un lavoro schiavista – denunciano lo Scalo internazionale migranti, il Coordinamento migranti di Bologna, l’Unione sindacale italiana, i Cobas, le RdB, Rifondazione Comunista, i Verdi e le altre associazioni che si battono in difesa degli irregolari -. Se questa è la politica che l’amministrazione comunale prospetta per il nuovo anno, se la risposta al crescente numero di stranieri che rispondono alla domanda del mercato del lavoro si limita a sgomberi, reclusioni nei cpt ed espulsioni, siamo pronti a reagire con forza all’assenza o inefficacia di reali politiche di integrazione”. Da parte sua, l’amministrazione comunale fa sapere che, per evitare che in futuro si verifichino altre situazioni del genere a Villa Salus (che entro due anni dovrà comunque essere “svuotata” completamente), saranno intensificati i controlli. La vicesindaco con delega alle Politiche sociali, Adriana Scaramuzzino, ha poi criticato l’attuale gestione della portineria sociale del centro di accoglienza, ipotizzando un suo malfunzionamento, un lassismo o una disattenzione eccessivi.