Lavavetri, Arci Firenze: ''Si tratta di ridiscutere le regole della convivenza''


Pubblicato il 13.09.2007 in News Sociale

Grazzini (area immigrazione): ''I cittadini? In buona parte sono d'accordo con le ordinanze, oppure dicono: la via è sbagliata, ma si deve fare qualcosa''. Questa sera un incontro pubblico alla sede di Piazza dei Ciompi.
 
“Occorre ridiscutere le regole della convivenza. Il contesto in cui viviamo è cambiato e bisogna quindi ridisignare i criteri insieme ai nuovi cittadini”. Laura Grazzini, responsabile immigrazione per l’Arci di Firenze, motiva così l’esigenza di un confronto aperto di cui la città sembra avere sempre più bisogno per andare oltre la massa di polemiche rafforzate anche dalla seconda ordinanza antilavavetri emessa dal Comune l’11 settembre. Un’occasione di confronto – cercando dunque di non ragionare solo in base alle contrapposizioni “pro o contro l’ordinanza” – è quella che l’Arci Firenze promuove per questa sera (ore 21, nella sede di Piazza Ciompi), con l’intenzione di “aiutare i cittadini a comprendere come cambia la città – afferma Grazzini – parlandone con persone che lavorano su questi temi. Non vogliamo negare che si possano creare situazioni di disagio, ma bisogna cercare di contrastare la tendenza a generalizzare, ad abbinare i lavavetri alla microcriminalità, a non voler vedere la complessità delle situazioni. Non si può pensare che la convivenza non sia definita da regole, vanno ridiscusse e ridefinite”. L’incontro di questa sera –“Se a governare è la paura” –  si affiderà alle riflessioni del Sen. Massimo Livi Bacci, professore di demografia a Firenze, del presidente della Fondazione Michelucci Alessandro Margara, e di Patrizia Meringolo, docente di psicologia a Firenze.

“Basta vedere la presenza degli alunni stranieri a scuola, ormai in tutti i gradi di istruzione, per capire la nuova realtà in cui viviamo, sono questi ragazzi il segnale del contesto che cambia – sottolinea –. Bisogna anche pensare che il 95% dell’immigrazione è fatta di persone che ‘non vediamo’, che lavorano nelle aziende e nei cantieri, ma quel 5% che vediamo, che gira tra i semafori e non solo, crea fastidio e disagio. I soci dei circoli Arci, i cittadini dunque, in buona parte si dicono d’accordo con le ordinanze, oppure sostengono che la via è sbagliata ma che ‘si deve fare qualcosa. Ma le occasioni di confronto, per ridisegnare la convivenza, non dovrebbero essere legate solo alla questione dei lavavetri, ci sarebbe bisogno di uno scambio costante, anche in altri momenti”. La seconda ordinanza emessa dal sindaco  Domenici l’11 settembre sostituisce la precedente correggendo la formulazione – la ragione del divieto all’attività di lavavetri non è più lo “svolgimento abusivo di un mestiere girovago” ma l’esigenza di “tutela dell'incolumità pubblica” – e fino al 30 ottobre vieta “alle persone nelle strade cittadine e agli incroci semaforici, di avvicinarsi agli automobilisti, durante talune fasi della circolazione, per offrire attività di pulizia vetri o fari dell'automezzo e aspettarsi, in conseguenza, l'elargizione di denaro”.
 

 

 

Redattore Sociale


Autore: sm