All'inizio ci sono solo bottiglie di plastica, tappi e carte di imballaggi vari. Dopo un'attenta lavorazione, da questi stessi oggetti si producono borse, portapenne, bicchieri e altri prodotti ancora. Riciclo, creatività ma anche tanta speranza: questi i valori aggiunti degli oggetti artigianali creati all'interno di “Refugee scArt”, un progetto che lega l'arte del riciclo e la creatività di persone rifugiate e richiedenti asilo nel nostro Paese.
I laboratori si svolgono presso la Stazione Termini di Roma, al centro polivalente Binario 95, nei locali concessi in comodato d'uso dalle Ferrovie dello Stato. Nove rifugiati partecipano al progetto, e, grazie alla lavorazione della plastica, riescono a creare degli originali oggetti artigianali.
Un'idea nata oltreoceano da Marichia Arese, membro della Spiral Foundation, un'organizzazione internazionale non profit che da anni porta avanti progetti di riciclo per formare autoreddito nei villaggi poveri del Vietnam e del Nepal. Grazie a questa fondazione è stato possibile avviare un workshop di riciclo anche in Italia, in collaborazione con Laboratorio 53, Centro Astalli JRS, Binario 95 e con il patrocinio dell'Alto Commissariato Delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Ufficio per il sud Europa.
“Con questo progetto vogliamo sottolineare che la logica dello sportello non è la cura. Per queste persone, che stanno vivendo un momento di disagio sociale, bisogna trovare soprattutto dei contesti relazionali in cui farli vivere. Subito dopo viene la cura - afferma Monica Serrano di Laboratorio 53.- Noi seguiamo 100/120 rifugiati l'anno e cerchiamo di seguire il percorso dall'arrivo nel nostro Paese all'inclusione sociale. Questo tipo di attività sicuramente ci aiuta”.
Refugee ScArt è un progetto che lega insieme l'arte del riciclo e le mani creative dei rifugiati. La creazione di oggetti artigianali, fatti con materiali di scarto, sono il risultato della creatività di rifugiati coraggiosi che spostandosi per mari e terre alla ricerca di protezione, vogliono contribuire al bene comune, ripulendo l'ambiente e utilizzando rifiuti per trasformarli in doni preziosi. Tant'è che il termine scArt è anche l'acronimo di Spostamenti Coraggiosi Aiutando Riciclo Terra.
Ma nel progetto c'è anche tanta creatività e voglia di una vita normale.“Io amo le collane che realizziamo con oggetti di scarto – così parla Sekou, che ha 43 anni e proviene dalla Guinea, uno degli autori di questi oggetti - amo le donne e amo anche le collane che realizziamo, che sono indossate dalle donne. Ma, con il nostro lavoro, stiamo salvaguardando soprattutto l'ambiente e le autorità dovrebbero sostenere questo progetto ”.
Gli oggetti realizzati da Refugees ScArt saranno in esposizione e venduti ad offerta libera il 30 settembre al mercatino dell'usato dell'isola pedonale del Pigneto.
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