Tutti i 1.300 migranti ospiti del Cpa di Lampedusa sono fuggiti poco dopo le 10 dal centro, forzando i cancelli d'ingresso e riuscendo ad aggirare i controlli delle forze dell'ordine.
Già all'alba si era registrata la fuga di circa 300 immigrati dal Cpa. Polizia e carabinieri avevano immediatamente avviato posti di blocco per rintracciare tutti i fuggitivi.
Gli immigrati fuggiti dal Cpa, si stanno dirigendo in corteo -sono oltre mille- verso la piazza del Municipio di Lampedusa e gridano slogan: "libertà, aiutateci". Gli extracomunitari corrono lungo la strada senza essere bloccati dalla polizia che li sta, invece, affiancando lungo il percorso senza intervenire.
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Torneranno in piazza, questa mattina, i lampedusani che protestano da giorni contro la realizzazione, sull'isola, di un Centro di identificazione ed espulsione (Cie) dei migranti.
Dopo il corteo e il sit-in davanti al Centro di prima accoglienza (Cpa) organizzati ieri, giornata di sciopero generale, alle 10 i cittadini si troveranno davanti al municipio per consegnare simbolicamente le schede elettorali, gesto emblematico del dissenso verso le scelte del Viminale. Ieri, sull'isola, era arrivata una delegazione del Partito democratico, che ha visitato il centro d'accoglienza, presidiato fino a tarda sera da un gruppo di manifestanti. Ieri sera, durante una seduta straordinaria del consiglio comunale, si era dato vita ad un coordinamento che dovrà pianificare le ulteriori iniziative di protesta.
Proseguono intanto i lavori per l'allestimento del Centro di identificazione ed espulsione dei migranti voluto dal Viminale. I tecnici del vigili del fuoco stanno valutando se occorrono opere strutturali per rendere operativa il centro che sarà ospitato nell'ex base navale Loran della guardia costiera. Attualmente l'immobile, dismesso da anni, ospita una settantina di donne trasferite dal Cpa di Lampedusa in cui si trovano 1.300 extracomunitari. In giornata dovrebbero essere organizzati trasferimenti verso centri di permanenza del Continente.
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LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Tra la disperazione urlata di un migliaio di migranti ammassati nel cpa di Lampedusa e la rabbia degli abitanti dell'isola c'é la sottile recinzione metallica del centro di accoglienza. Divide la paura del rimpatrio e il dolore per giorni di fame e freddo, patiti in una struttura arrivata ad ospitare 1800 persone, dall'esasperazione dei cittadini, scesi in piazza per dire no alla realizzazione del nuovo Centro annunciato dal Viminale, stavolta non di accoglienza, ma di identificazione ed espulsione degli extracomunitari irregolari. Ma, alle proteste dei lampedusani, che in massa hanno aderito allo sciopero generale indetto da un'amministrazione comunale schierata, in modo bipartisan, contro la politica dei rimpatri del ministro Maroni, il governo ha risposto con l'annuncio dell'apertura, nell'ex base navale Loran, da tempo dismessa, del contestato centro di identificazione. Una decisione fortemente criticata dalla delegazione del Pd sbarcata oggi sull'isola. L'arrivo dei parlamentari dell'opposizione, scortati dalla polizia, viene accolto dagli applausi della gente.
"Maroni ci ha tradito" gridano, rivolti al vicesegretario del Pd Dario Franceschini. In testa il sindaco Dino De Rubeis che guida la protesta. "Non siamo razzisti - spiega - non abbiamo nulla contro i migranti, ma pensare a un nuovo centro che sarebbe una sorta di lager è impensabile. I rimpatri diretti da Lampedusa sono impraticabili e ritenere che tutti gli extracomunitari che arrivano debbano restare da noi, fino al trasferimento nel loro Paese, è assurdo. Il centro ha una capienza massima che non può essere superata se non a discapito della dignità di chi vi alloggia".
Urla anche oltre il cancello di metallo che separa il Cpa dal resto dell'isola, una struttura inaugurata poco più di un anno fa, nata per ospitare massimo 800 persone, in continua emergenza. I migranti - stasera nel centro, ne resteranno circa 1300 - cercano di parlare con i politici e i giornalisti fatti entrare nel cpa insieme alla delegazione. "Aiuto, liberateci" gridano tentando di arrampicarsi sulla recinzione. Ognuno ha una storia da raccontare. La maggior parte é nel Cpa da settimane. "Siamo venuti in Italia pensando che fosse il Paese della libertà - impreca Abdelrazec, 31 anni tunisino - E invece ci tengono qui dentro ammassati come bestie, il cibo è poco e il futuro è il rimpatrio".
"Sono scappato dalla mia Terra - interviene Lamin, senegalese di 23 anni, - perché non avevo da mangiare. Voglio solo un lavoro". Molti hanno ancora negli occhi la paura di un viaggio per mare durato settimane e pagato migliaia di euro. I politici del Pd fanno fatica ad ascoltare tutti. Un rapido giro nel centro - brandine schierate lungo i corridoi, materassini bagnati d'acqua, le tende usate per gli ultimi arrivati - basta a Franceschini per parlare di "condizione disumana".
Il vicesegretario del Pd invoca il rispetto dei trattati internazionali e delle leggi italiane che distinguono la condizione dei possibili richiedenti asilo da quella degli altri migranti. A esprimere preoccupazione per la condizione dei rifugiati è anche la portavoce dell'Unhcr Laura Boldrini. "La notte scorsa - dice - sono state trasferite nella ex base Loran, che oggi è stata definita dal consiglio dei ministri un Centro di identificazione e di espulsione, un gruppo di donne, molte delle quali sono richiedenti asilo. E questo appare incomprensibile". Al ministro Maroni oggi si sono rivolti anche gli enti di tutela dei rifugiati riuniti nel Tavolo Asilo che hanno chiesto la "sospensione delle nuove misure restrittive applicate a migranti e rifugiati arrivati via mare a Lampedusa". La tensione, montata tutto il giorno tra i lampedusani, riuniti in un consiglio comunale straordinario, in serata è sfociata in scontri con la polizia. Vittima un ragazzo di 16 anni, ricoverato in ospedale. "L'agente che l'ha colpito pagherà", grida il padre che presenterà denuncia.
Fonte: Gazzetta del Sud