La Finanziaria penalizza l'immigrazione, che taglia i fondi e vanifica gli accordi presi


Pubblicato il 18.11.2005 in News Sociale

Il 25 novembre prossimo ci sarà lo sciopero generale contro la legge Finanziaria presentata dal Governo e per sostenere le proposte del sindacato. A questo sciopero generale farà seguito quello dei metalmeccanici il 2 dicembre per il rinnovo del contratto di categoria.

A ricordarlo è l’ufficio immigrazione della Cgil, il cui responsabile Pietro Soldini afferma: “E’ in atto un tentativo dei media di far apparire la protesta sindacale rutinaria ed inutile, al contrario invece la lotta del sindacato rappresenta l’unica speranza non solo per contrastare le scelte disastrose di questo Governo, ma anche per ammonire tutte le forze politiche d’opposizione che si candidano a governare nel prossimo futuro che il nostro paese, per ripartire è obbligato a rimettere al centro delle sue politiche le questioni del lavoro, del salario e delle protezioni sociali”.

Per Soldini, la manovra finanziaria del governo penalizza l’immigrazione su due versanti: “Già dall’anno scorso il fondo per l’immigrazione era scomparso e confluito nel calderone del fondo per le politiche sociali subendo una riduzione quantitativa consistente. Quest’anno il fondo subisce una ulteriore riduzione del 40% costringendo gli Enti Locali ad una selezione di priorità che fatalmente cancellerà ogni azione rivolta alle politiche d’integrazione dei lavoratori e cittadini immigrati”. Inoltre, “le uniche risorse rintracciabili nella legge di bilancio riferite alla voce immigrazione riguardano circa 200 milioni di Euro da spendere per la gestione ed il rafforzamento dei CPT (centri di permanenza temporanea) e della flotta della guardia costiera per il controllo del Mediterraneo.

Non c’è peraltro nessuno stanziamento finalizzato al decollo degli sportelli Unici per l’immigrazione che ad oggi sono ancora una realtà quasi fatalmente virtuale ed il taglio delle collaborazioni nella pubblica amministrazione unito al blocco delle osservazioni produrrà un ulteriore caos nella gestione delle pratiche di rilascio e rinnovo  dei permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari e cittadinanza. A luglio di quest’anno i sindacati del Pubblico Impiego hanno sottoscritto un intesa con il  ministero dell’Interno per l’aumento di 850 impiegati da adibire agli sportelli. Unici per l’immigrazione, ma la legge finanziaria vanifica questo accordo”.

“Il  Ministero – continua Soldini - pensa di scaricare le sue difficoltà nella gestione burocratica, sui patronati sindacali e sui nostri uffici immigrati che hanno sempre avuto un ruolo collaborativi di assistenza e di tutela dei lavoratori stranieri da una parte e dall’altra far pagare agli immigrati un altro balzello di 30 euro (secondo le previsioni) per le pratiche di permesso di soggiorno consegnate alle Poste”.

Non solo. per Soldini: “La scuola rappresenta a detta di tutti lo strumento più importante d’inclusione dei ragazzi immigrati nella società eppure la riforma Moratti ha tagliato proprio sugli strumenti di sostegno ai ragazzi stranieri (facilitatori linguistici e mediatori culturali). Su questo punto la finanziaria ha ulteriormente tagliato i fondi della scuola a tal punto che la stessa Min. Moratti ha avanzato sommessamente qualche protesta”.

“Per questa situazione intollerabile e per tante altre motivazioni che abbiamo esplicitato nella Conferenza Nazionale sull’Immigrazione della Cgil – conclude -, sarà necessaria una forte presenza e visibilità dei lavoratori immigrati nello sciopero e nelle manifestazioni. La vicenda drammatica delle banlieues parigine, la rivolta disperata dei giovani francesi di origine makrebina, senza identità e senza futuro, oltre a tutte le considerazioni di cui si sono occupati giornali e politici italiani deve farci riflettere sull’importanza che deve avere il sindacato nel farsi carico di questa rappresentanza (giovani, immigrati), cosa che non è avvenuta in Francia da parte dei sindacati francesi, e promuovere una sana protesta, ribellione  nel rivendicare un percorso d’inclusione sociale, lavorativo, identitario”.

 


Fonte: Redattore Sociale