Lavoro, soldi e casa, i problemi più frequenti. Aumentano però anche le famiglie italiane, ''che si indebitano per acquisti superflui''.
Ha il volto di una donna straniera, età 40 anni, sposata con figli e disoccupata, l'identikit dei nuovi poveri che chiedono aiuto ai 63 centri di ascolto della Caritas Ambrosiana. I loro problemi più frequenti: lavoro, soldi e casa. "Si tratta di persone che manifestano disagi che coinvolgono l'intero nucleo familiare", afferma don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana, che ha presentato questa mattina il VI Rapporto sulle povertà nella diocesi di Milano (che comprende anche le province di Varese, Lecco e una parte di quella di Como; ndr). Su un campione di 14.981 persone che si sono rivolte nel 2006 ai Centri di ascolto, il 72,1% è straniero. I principali paesi di provenienza sono Perù (15%), Ecuador (13,5), Ucraina (9,9%), Marocco (9,1%) e Romania (8,8%). Il 69,9% degli stranieri ha inoltre un regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di famiglia.
La metà delle persone che si sono presentate ad un centro di ascolto ha un'età fra i 25 e i 54 anni e il 69,1% sono donne. Poco meno della metà sono coniugati (47,2%), mentre quasi una su cinque è separata o divorziata. Gli stranieri sono più istruiti degli italiani: il 31,3% degli immigrati ha infatti un diploma di scuola superiore contro il 15,1% degli italiani. Ai centri di ascolto chiedono un lavoro, oppure un'integrazione al loro reddito o un aiuto a trovare una casa. Il 60% delle persone aiutate risulta disoccupata. Nei centri di ascolto hanno trovato anche alimentari, buoni mensa, vestiario, prodotti per neonati.
Sono sempre più numerose le famiglie che non riescono a tirare fino alla fine del mese. Da maggio 2004 a marzo 2007, i Centri di ascolto Caritas hanno rilasciato 579 copie di "Carta equa", con la quale possono andare a fare la spesa gratis (fino ad un ammontare prestabilito; ndr) nei supermercati Coop. L'età media di chi ha chiesto Carta equa è di 45 anni, quasi due su tre sono donne e la maggior parte, in questo caso, sono italiane. Nel 65,5% dei casi, si tratta di famiglie composte da due o più persone con figli minorenni. "Abbiamo registrato anche un aumento delle famiglie indebitate -precisa don Roberto Davanzo-. L'indebitamento avviene per l'accesso a due tipi di beni: quelli superflui, il cui acquisto è spesso indotto da una visione del mondo per cui il valore di una persona corrisponde ai beni che possiede; ma soprattutto beni di prima necessità, legati per esempio all'abitazione. Ci riferiamo, dunque, alle rate del mutuo, dell'affitto, alle utenze domestiche, ai debiti che si accumulano tanto da richiedere altri prestiti per saldare quelli già contratti". Hanno problemi di soldi e non hanno nessuno che possa aiutarle. "Le famiglie non hanno sempre la possibilità di affidarsi ad una propria rete di sostegno -spiega il direttore della Caritas Ambrosiana-. È come se il nostro tempo fosse segnato da un individualismo familiare: le famiglie vivono a stretto contattato ma che non si conoscono e per questo affrontano da sole le difficoltà". Per aiutarle qCaritas Ambrosiana sta puntando anche sulla loro educazione ad un uso "più saggio" del denaro". "Occorre imparare a vivere in maniera più sobria", conclude don Roberto Davanzo.
Redattore Sociale