Nella triste classica dei paesi ricchi in cui è cresciuto negli ultimi 10 anni il numero dei bambini poveri, l’Italia guadagna la maglia nera in Europa con un tasso del 16,6%.
Lo rende noto L’Unicef che stamane ha presentato la Report Card Innocenti intitolata “La povertà dei bambini nei paesi ricchi 2005” in cui richiama l’attenzione sul fatto che a partire dai primi anni novanta nella maggior parte delle economie sviluppate del mondo la proporzione di bambini poveri è aumentata. Il rapporto prende in analisi la situazione di 24 paesi dell’Ocse e se tra questi l’Italia è terza, preceduta solo da Stati Uniti e Messico dove il tasso di povertà infantile è il più alto del mondo e supera il 20%, in Europa si attesta purtroppo al primo posto. Dai primi anni novanta ad oggi il tasso di povertà infantile in Italia è cresciuto del 2,6%. Dei 30 paesi membri dell'Ocse, cui si riferisce il rapporto, 19 sono membri dell'Unione europea e in occasione del Vertice di Nizza del 2002, tutti questi paesi hanno deciso di realizzare significative e misurabili riduzioni della povertà e dell'esclusione sociale entro il 2010. Per favorire il raggiungimento di quest'obiettivo, l'Ue ha adottato un Metodo aperto di coordinamento (Omc), “concepito per consentire agli Stati membri di scambiarsi informazioni ed esperienze nel registrare il problema dell'esclusione sociale e per elaborazione di politiche efficaci per combatterlo”. Nell'Ue sottolinea il rapporto esiste un notevole consenso sull'opportunità di fissare la soglia della povertà del reddito al 60% del reddito mediano di ogni paese (con aggiornamento annual) e c'è anche un ampio consenso sul fatto che l'esclusione sociale è un concetto che va oltre la sola povertà, e che sono necessarie misure dirette della privazione e dell'esclusione, oltre ai dati sul reddito. Rappresenta un inizio importante secondo il rapporto dell’Unicef che alla povertà infantile sia stata attribuita un'elevata priorità nel "Programma comune di politica sociale" dell'Ue, ma in pratica “i progressi sono ancora diseguali, con alcuni Stati membri che considerano l'eliminazione della povertà e dell'esclusione sociale una chiara priorità politica, altri che iniziano solo ora ad occuparsi della questione, ed altri ancora che tuttora non si rendono conto della serietà del problema”.
Redattore Sociale