Negli ultimi 2 mesi circa 1.400 i detenuti usciti, 1300 quelli in misura alternativa che hanno beneficiato del provvedimento. Oltre la metà sono cittadini stranieri, rimpatriati o trattenuti presso i Cpt di Bologna o Modena.
Gli istituti penitenziari dell'Emilia-Romagna, che fino al 31 luglio ospitavano 3980 persone, oggi ne hanno 2900. Un dato che si riavvicina alla capienza regolamentare massima, e cioè 2382 persone. A fare il punto sul "dopo-indulto" è l'assessore alle Politiche sociali della Regione, Anna Maria Dapporto, dopo la riunione della Commissione regionale per l'area penale adulti che si è riunita ieri, 25 settembre. In seguito alla concessione dell'indulto sono infatti usciti dagli istituti penitenziari della regione, negli ultimi due mesi, circa 1.400 detenuti, mentre circa l'80% delle persone in misura alternativa, pari a 1300, è stato dimesso. I finanziamenti che il Governo ha messo in campo per favorire il reinserimento sociolavorativo delle persone che hanno beneficiato dell'indulto ammontano a 17 milioni: 3 milioni provenienti dal Fondo nazionale per la lotta alla droga verranno impegnati, con modalità da definire, per le persone tossicodipendenti uscite o che usciranno dal carcere; 11 milioni sono stati stanziati dal Ministero del Lavoro e saranno finalizzati a tirocini e agevolazioni all'assunzione da parte di cooperative sociali; mentre 3 milioni, provenienti dalla Casa Ammende del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, sono stati messi a bando in agosto, unici di cui è già stata definita la destinazione. Di questi ultimi 3 milioni, la cifra assegnata all'Emilia-Romagna è di 166.000 euro, impegnati dal Provveditorato regionale dell'Amministrazione Penitenziaria per un progetto che ha coperto 112 borse lavoro.
"Dal 2003 - ha dichiarato l'assessore Dapporto - la Regione promuove, all'interno di un programma finalizzato a contrasto della povertà e dell'esclusione sociale, specifiche azioni mirate al sostegno di interventi rivolti ai detenuti, per la mediazione culturale, il miglioramento della qualità della vita in carcere e il reinserimento sociale degli ex-detenuti. Le risorse regionali per queste azioni sono di 400mila euro l'anno, ai quali vanno aggiunti i finanziamenti degli enti locali relativi alla post-detenzione e alla formazione in carcere. Quest'anno è stato espressamente previsto, fra gli obiettivi, il reinserimento sociale delle persone che hanno beneficiato dell'indulto". "Ne emerge un quadro complessivo - prosegue l'assessore - nel quale l'amministrazione pubblica e la rete del volontariato hanno saputo far fronte alle problematiche più evidenti. Oltre la metà delle persone che hanno beneficiato dell'indulto sono cittadini stranieri per i quali si applica la normativa nazionale che prevede il rimpatrio o, in alternativa, il trattenimento presso i centri di permanenza temporanea di Bologna o Modena, complicando ulteriormente il quadro complessivo".
Redattore Sociale