Alla Commissione nazionale consultiva e di coordinamento per i rapporti con le Regioni, gli enti locali e il volontariato il ruolo di coordinamento. Prevista ogni tre anni una Conferenza nazionale sull’esecuzione penale e un rapporto triennale.
Ma quali sono i risultati attesi dalla messa in pratica delle “Linee guida in materia di inclusione sociale a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria”?
Il documento, presentato questo pomeriggio al ministero della Giustizia, mira al consolidamento delle iniziative già strutturate e all’adozione in ogni regione di almeno uno degli strumenti individuati; alla ricezione da parte degli enti locali degli accordi, ampliamento del partenariato al mondo produttivo; la diffusione delle buone prassi, anche attraverso la redazione di un rapporto triennale.
Il documento effettua un forte richiamo alla coerenza programmatica dei vari livelli di governance. In questo quadro, il ruolo di coordinamento a livello nazionale viene individuato nel ruolo della Commissione nazionale consultiva e di coordinamento per i rapporti con le Regioni, gli enti locali e il volontariato del Ministero della Giustizia, allargata anche ai componenti del sistema produttivo.
Per svolgere questa funzione, si ipotizza che la Commissione possa svolgere anche altre funzioni oltre a quelle individuate dal decreto istitutivo. E in particolare: indire ogni tre anni una Conferenza nazionale sull’esecuzione penale; definire le metodologie operative; definire le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione del patto proponendo che questa previsione (con finanziamento aggiuntivo) confluisca nella programmazione economica e finanziaria nazionale (quale parte integrante della strategia di governo per l’inclusione e la protezione sociale).
Analoghi compiti avranno poi gli organismi di concertazione situati a livello regionale e locale.
Infine, gli elementi da prendere in considerazione nella programmazione degli interventi a livello territoriale. Sistemi informativi, ma anche l’utilizzo di strumenti quali: metodologia di programmazione strategica e progettazione partecipata; accordi di programma; tavoli di coordinamento. E’ prevista la garanzia della partecipazione, a questi organismi, di referenti del Ministero della Giustizia a livello regionale e locale. Ed è possibile accedere, tramite le regioni, ai finanziamenti dell’Unione Europea. I piani di zona sono considerati il primo ed importante livello di reti di coordinamento.
Redattore Sociale