Inaugurato a Rho il ''campo di solidarietà'': ospiterà 54 rom, di cui 34 minori


Pubblicato il 03.04.2007 in News Sociale

Il progetto è stato realizzato dal Comune in collaborazione con Caritas Ambrosiana e Opera Nomadi. ''Abbiamo sanato così una situazione di illegalità'' afferma Oliviero Motta, assessore alle Politiche sociali.
 
“Ho visto i bambini entrare contenti nelle nuove casette e mi son detto che abbiamo fatto una scelta giusta": Oliviero Motta, assessore comunale alle Politiche sociali di Rho, sa che la scelta di aprire un campo nomadi non è gradito a una buona fetta dei suoi concittadini. Ma per questa mattina lascia da parte le polemiche e sembra volersi godere la felicità dei bambini rom. L'hanno chiamato "campo di solidarietà" e ospita da oggi  54 rom, di cui 34 minori, in 11 case prefabbricate. Il progetto è stato realizzato dal Comune in collaborazione con Caritas Ambrosiana e Opera Nomadi. "Sono famiglie originarie della ex Jugoslavia presenti a Rho da circa 10 anni. Abitavano in costruzioni abusive in alcuni campi agricoli di cui erano proprietari -aggiunge Oliviero Motta-. Da cinque anni abbiamo avviato progetti di integrazione sociale e ci siamo occupati dell'inserimento scolastico dei bambini. Il passaggio al nuovo campo ha sanato quindi una situazione di illegalità edilizia". Ora quei terreni diventeranno di proprietà del Comune. "Sono stati espropriati perché i rom hanno commesso un abuso urbanistico e la legge prevede che perdano la proprietà", aggiunge Oliviero Motta

Il 24 marzo la Lega Nord di Rho ha indetto una manifestazione contro la criminalità e su alcuni striscioni c'era scritto: "No al campo nomadi". L'11 settembre 2005 si era svolto anche un referendum pro o contro il campo nomadi voluto dalla Lega Nord: non era stato raggiunto il quorum e alle urne si erano recati il 41,8% degli elettori (pari a 18.636 rhodensi), il 91,3% dei quali aveva votato no. "Non possiamo nascondere che esistano problemi di criminalità -aggiunge Oliviero Motta-. Ma la sicurezza la si costruisce con servizi che favoriscano l'integrazione". A Milano i capifamiglia che sono entrati nel nuovo campo nomadi di via Triboniano hanno firmato il cosiddetto "Patto di legalità" col quale si impegnano, fra l'altro, a tenere pulito e a mandare i figli a scuola. A Rho non è stato sottoscritto alcun patto: ogni capofamiglia ha solo firmato un documento che attesta la consegna del prefabbricato. "Non sono d'accordo con i 'Patti di legalità', perché presuppongono che chi sgarra viene sbattuto fuori -sottolinea Oliviero Motta-. Non ci si chiede poi dove vada a finire questa famiglia: il problema sociale rimane e il Comune deve comunque farsene carico. Ovviamente se una persona infrange la legge, ne risponderà di fronte al giudice come ogni altro cittadino".

I progetti di integrazione sono stati gestiti in questi anni dall'Opera Nomadi, alla quale ora si è aggiunta Caritas Ambrosiana. "Il passaggio al campo migliora la situazione abitativa di alcune famiglie -dice Maurizio Pagani-. Avremmo preferito che fossero sanati gli abusivismi edilizi visto che i terreni sui quali sorgevano erano di proprietà dei nomadi. L'impegno per i prossimi anni è che il campo non si trasformi nella loro casa definitiva. Deve essere solo un passaggio: dobbiamo trovare con loro la soluzione più idonea".
 

 

Redattore Sociale


Autore: dp