Indagine Irpet su 4mila ragazzi tra i 18 e 1 30 anni. Le priorità? Lavoro, lotta alla criminalità, tutela dell'ambiente. Solo un giovane su cinque si sente cittadino d'Europa.
"I giovani toscani alla ricerca di un futuro”: questa la nuova indagine presentata oggi a Firenze (Facoltà di Scienze politiche) dall'Irpet. 4mila i giovani toscani intervistati nell"indagine, con età compresa fra i 18 e i 30 anni e residenti in realtà sia urbane che turistiche e industriali di varia grandezza (Firenze, Prato, Scandicci, Camaiore e Piombino). Come vivono oggi e cosa si aspettano dal futuro? Nell’81% dei casi abitano ancora con i genitori per necessità o per convenienza economica o organizzativa, ma sono desiderosi di avere una vita più autonoma (85%). Solo l’8% desidera il figlio unico, ben il 69% dichiara di volere più di un figlio, ma nella realtà sappiamo che il numero medio per nucleo familiare è poco più di uno. Se si potessero mettere nei panni del Presidente della Regione Toscana, le principali emergenze che affronterebbero in futuro sono: lavoro (che viene segnalato dal 23% degli intervistati), lotta all’aumento dei prezzi (14%), criminalità (12%) e difesa dell’ambiente (12%). Non hanno il mito del posto fisso da dipendente (scelto solo dal 21% degli intervistati), ma “da grandi” vorrebbero svolgere un lavoro autonomo (40%).
I lavori più ambiti sono medico per le ragazze e ingegnere per i ragazzi, mentre altri tipi di lavoro autonomo, come quello artigiano (gradito solo dall’1% degli intervistati) e imprenditoriale (3%), sono risultati scarsamente appetibili per entrambi i generi, così come un lavoro nel campo della politica (2%). Sorprende il dato relativamente basso di coloro che desidererebbero lavorare nel mondo dello spettacolo e dello sport (8%); tale dato è da interpretare come segnale positivo, in quanto troppo spesso i giovani di oggi vengono dipinti come “sognatori di reality” in cerca di successo nel mondo mediatico. Il 77% degli studenti e l’86% dei disoccupati intervistati ritengono difficile o molto difficile trovare in futuro il lavoro desiderato, però non sono nemmeno propensi alla mobilità: più della metà dei disoccupati e quasi il 40% degli studenti dichiara, infatti, di non essere disposto a spostarsi al di fuori della Toscana (addirittura il 33% dei disoccupati non è neppure disposto a spostarsi fuori dalla provincia di residenza) per accettare un’offerta di lavoro. Solo un giovane su cinque si sente “cittadino d’Europa” (9%) o “del mondo” (12%), mentre tutti gli altri dichiarano un’identità locale, spesso comunale (23%) o regionale (20%) piuttosto che nazionale (23%). Di fronte ad un lungo elenco di istituzioni (politiche, economiche, sociali, religiose, ecc..) un terzo dei giovani (28%) afferma di non aver fiducia in nessuna di esse, mentre i restanti hanno scelto in prevalenza le istituzioni sociali, come la ricerca (15%), il volontariato (14%), la scuola (8%) e anche la Chiesa (4%). Infine, i giovani mostrano atteggiamenti spesso ambivalenti nei confronti degli immigrati che vivono in Toscana, oscillanti fra solidarietà e pregiudizio. La quota dei giovani “aperti” verso gli immigrati è maggiore di quella dei “chiusi”, soprattutto nelle province di Firenze (59%), Piombino (56%) e Scandicci (57%); a Prato e Camaiore, però, rappresentano quote più basse, pari rispettivamente il 46% e 45%. Prato è il Comune con la massima quota di giovani “chiusi” (25%), ed è anche la realtà dove le opinioni sono molto definite, visto che la presenza degli indecisi risulta particolarmente bassa. È evidente che dove la presenza straniera è più elevata, l’insofferenza talvolta diventa vera e propria ostilità nei confronti di soggetti che aumentano la competizione sul mercato del lavoro e dei servizi pubblici.
Redattore Sociale