In piazza della Scala contro gli sgomberi dei campi nomadi


Pubblicato il 20.07.2007 in News Sociale

Per lunedì 26 associazioni milanesi hanno organizzato una manifestazione alla quale parteciperanno i rom. Aderiscono Dario Fo, Franca Rame e Moni Ovadia. Pagani: ''Comune, provincia e prefettura cambino la loro politica''.
 
Saranno pochi, ma ci saranno anche loro: i nomadi rom. Dai campi di via Triboniano, via San Dionigi e da Legnano arriveranno piccoli gruppi, che si uniranno alle 23 associazioni (fra le quali Opera Nomadi, Naga e Arci) che per lunedì sera, dalle ore 18 alle 20, hanno organizzato una manifestazione in piazza della Scala. Lo slogan della serata sarà: "Rom e sicurezza: è questo il vero problema di Milano?". Dal palco parleranno gli attori Renato Sarti e Bebo Storti e verranno letti, dall'attrice e mediatrice culturale di origine rom  Dijana Pavlovic, i messaggi di Dario Fo e Moni Ovadia, che insieme ad altri personaggi dello spettacolo e del volontariato, hanno aderito all'iniziativa. "La manifestazione di piazza non è di solito nello stile dei rom - spiega Maurizio Pagani, presidente dell'Opera Nomadi di Milano -. Quando sono al centro dell'attenzione e tutti sono contro di loro, tendono a rinchiudersi in se stessi nella speranza che prima o poi passi. Lunedì comunque alcuni gruppi ci saranno". La manifestazione è stata organizzata per chiedere a Comune, Provincia e Prefettura di cambiare politica. "Tutto è focalizzato sul tema della sicurezza - aggiunge Maurizio Pagani-, ma così si alimenta un clima in città che non permette certo una integrazione dei nomadi".

Per le associazioni è innanzitutto necessario fermare gli sgomberi. "Non servono a niente - taglia corto Maurizio Pagani -. Creano solo nuovi problemi, perché ci sono intere famiglie che si ritrovano senza nemmeno una baracca dove vivere e vagano per la città per cercare un nuovo posto dove stare". Il Comune di Milano ha proposto ai nomadi di sottoscrivere i patti di "legalità e solidarietà". "Ma perché sono stati chiamati così?  - chiede Maurizio Pagani -. Non potevano definirli come 'Patti per la convivenza'? Il punto è che invece si vuole alimentare e sfruttare la paura della gente per fini politici". Oltre allo stop agli sgomberi, le associazioni chiedono la costituzione di un tavolo di concertazione tra comune, provincia, regione, associazioni e rom. "Il Comune dice che sta lavorando in accordo con il terzo settore - aggiunge Maurizio Pagani -. In realtà lavora solo con don Virginio Colmegna della Casa della Carità. Non voglio criticare il sacerdote, ma un Comune ha il dovere di ascoltare tutti e lavorare con tutte le realtà che da anni sono impegnate nell'integrazione dei nomadi".
 

 

Redattore Sociale


Autore: dp