I nuovi nati sono 1289 e superano i ricongiunti (1094). Macchioli (Caritas): ''Necessario dare nuove risposte a donne e minori''. Cresce l’inserimento lavorativo, ma non l’integrazione.
Anche in Liguria l’immigrazione è in aumento. Alla presentazione del Dossier Immigrazione della Caritas, presso la Camera di Commercio di Genova, sono stati illustrati i dati regionali. L’incidenza della popolazione immigrata sale dal 4,6% al 4,9%, per un totale di oltre 78 mila presenze. "Le cause dell’aumento – ha spiegato Deborah Erminio del Centro Studi Medì di Genova e redattrice del dossier regionale – sono da ricercare nei nuovi nati tra le comunità straniere e, per contro, nel calo demografico dei cittadini liguri”. I nuovi nati residenti sul territorio ligure sono 1289, una cifra superiore a quella dei ricongiunti (1094). Secondo i relatori del Dossier si tratta di un dato molto rilevante, che impone una riflessione. I nati in Italia rappresentano infatti la metà dei minori stranieri residenti. “Ragazzi che si sentono italiani – ha commentato Don Adolfo Macchioli Delegato Regionale Caritas – ma che non devono cancellare la propria cultura di origine. Cultura che comunque non deve diventare un ostacolo alla convivenza”. La necessità di affrontare le problematiche legate all’aumento dei minori è particolarmente sentita nel territorio ligure, dove da tempo la comunità locale cerca di affrontare il fenomeno dei latinos e delle bande.
Secondo Macchioli, l’aumento dei minori pone la necessita di dare risposte adeguate anche sul fronte formativo. “Alla luce dell’incremento dei giovani immigrati a Savona sono in costruzione nuove strutture scolastiche”. Oltre all’aumento degli allievi nelle scuole dell’infanzia e primarie, si conferma il dato già rilevato in una ricerca condotta dal Centro Medì: l’aumento degli allievi stranieri negli Istituti professionali (13%), un dato su cui Genova si sta interrogando alla ricerca di soluzioni che motivino i ragazzi ad affrontare percorsi formativi più qualificati fino all’Università.
Nel nuovo Dossier restano predominanti le comunità provenienti dall’America Latina, in particolare dall’Equador nella provincia genovese e dalla Repubblica Dominicana per la provincia spezzina. Tuttavia si registra, in linea con i dati nazionali, un progressivo aumento delle comunità provenienti dall’Est Europeo, in particolare dall’Albania e dalla Romania. Si conferma infine il dato della presenza femminile, che si attesta intorno al 54%. La presenza delle donne resta una costante dell’immigrazione ligure, determinata dalla ricca presenza delle latinoamericane, da sempre teste di ponte della migrazione verso la Liguria. Tuttavia, ha sottolineato Deborah Erminio “Cresce il numero delle donne anche nelle comunità a prevalente presenza maschile, come quella albanese e maghrebina, a seguito dei ricongiungimenti familiari, che rappresentano il 30% degli nuovi ingressi”. Resta comunque il lavoro il primo motivo di ingresso dei nuovi arrivati.
Tra le donne resta elevato il numero delle lavoratrici dedite alla cura degli anziani, ma emergono nuove problematiche. Secondo Macchioli cresce il numero delle immigrate che vivono lo stress da badante . “E’ necessario – ha aggiunto il delegato regionale di Caritas – dare nuove risposte a queste donne e contribuire a fare del loro lavoro una risorsa importante della nostra regione”. Sul fronte dal lavoro la percentuale di occupati stranieri raggiunge l’11.2% del totale. “un buon segnale di inserimento – sottolinea Erminio – ma solo dal punto di vista quantitativo”. Resta infatti difficile il percorso di integrazione, confermato da una ricerca del CNEL, riportata nel Dossier Caritas, secondo cui la Liguria “mostra una notevole vitalità del mercato occupazionale per gli stranieri e anche un fabbisogno di manodopera immigrata piuttosto rilevante. Tuttavia – prosegue la ricerca – la Liguria sembra rispondere con forme di impiego più flessibile e precario”. Il CNEL ha infine rilevato il primato nazionale della regione per l’elevato tasso di scolarizzazione dei cittadini immigrati residenti sul territorio “a cui si contrappone il più elevato tasso di devianza”.
Redattore Sociale