Immigrati e poveri, nasce il nuovo istituto nazionale


Pubblicato il 09.01.2008 in News Sociale

Immigrati e persone vicine alla soglia di povertà, nomadi, senza fissa dimora, rifugiati, vittime di tortura e non autosufficienti. Ma anche famiglie e anziani soli, giovani coppie non abbienti e pensionati minimi.

È a queste categorie di persone che si rivolge il nuovo Istituto nazionale della promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto alle malattie della povertà (Inmp), che viene inaugurato oggi a Roma, nella sede del San Gallicano, alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, del ministro della Salute, Livia Turco, dei tre presidenti della regione Lazio, Piero Marrazzo, della Regione Puglia, Nichi Vendola, e della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, e del direttore generale della nuova struttura, Aldo Morrone. L'Istituto sanitario eredita l'esperienza, ormai più che ventennale, della Struttura di medicina preventiva delle migrazioni, del turismo e di dermatologia tropicale dell'Istituto dermosifilopatico S. Maria e S. Gallicano di Roma e ha l'obiettivo di creare una rete nazionale, diffusa in ogni regione italiana, per promuovere la salute, la prevenzione, la cura, la formazione e la ricerca sanitaria sulle patologie legate alle situazioni di povertà e di immigrazione clandestina in crescita nel Belpaese. Ad oggi hanno aderito all'Inmp le Regioni Sicilia, Puglia e Lazio.

La sede nazionale del nuovo istituto sarà a Roma al San Gallicano, dove ci sarà anche la sede di riferimento per il Lazio, individuata nella Struttura di medicina preventiva delle migrazioni, del turismo e di dermatologia tropicale dell'Irccs Istituto dermosifilopatico Santa Maria e San Gallicano di Roma. In Sicilia l'Inmp sarà presente con un presidio nell'Azienda ospedaliera San Giovanni di Dio di Agrigento (direttore generale è Giancarlo Manenti), mentre in Puglia è stato scelto l'ospedale di Cerignola, e in particolare un'area di mille metri quadri situata nel presidio ospedaliero Tatarella. Il via libera dal ministero della Salute alla costituzione dell''Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto alle malattie della povertà era arrivato sulla gazzetta ufficiale n.219 del 20 settembre 2007. 5 milioni di euro per il 2007, 10 milioni di euro per il 2008 e altrettanti per il 2009 sono i fondi previsti dal ministero della Salute per questo nuovo istituto.

L'utilizzo di mediatori culturali in corsia (una prassi che è attuata già da anni al San Gallicano) è una delle principali novità di questa nuova struttura sanitaria nazionale. Si tratta di persone di madrelingua che facilitano la comunicazione tra personale sanitario e pazienti immigrati che non conoscono bene la lingua italiana.

Hanno, inoltre, un compito prettamente culturale, e cioè permettono agli operatori sanitari di avere informazioni più dettagliate sulle usanze, la cultura e la mentalità dei pazienti stranieri per facilitare l'approccio terapeutico, individuare la diagnosi e informare sulla prevenzione di alcune malattie, come quelle a trasmissione sessuale. Sono più di 90 mila (91546) i pazienti che sono stati sottoposti a una prima visita tra il 1° gennaio 1985 e il 31 dicembre 2006 al San Gallicano di Roma, per la maggior parte pazienti immigrati, regolari e irregolari, di cui 41868 (il 45,7%) di sesso femminile e 49678 (il 54,3%) di sesso maschile. Crescente la percentuale di italiani che si è rivolta alla struttura del San Gallicano:è passata, infatti, dall'1% degli inizi degli anni '80 al 18% attuale, un incremento che probabilmente tiene conto dei cambiamenti socio-economici che hanno caratterizzato il panorama italiano negli ultimi anni. Tra le linee guida del nuovo istituto sono previste attività di ricerca per la promozione della salute degli immigrati e il contrasto alle malattie della povertaà elaborazione e attuazione di programmi di formazione professionale e comunicazione sanitaria, supporto, in collaborazione con l'Oms, dell'organizzazione nel trattamento delle malattie della povertà nei Paesi in via di sviluppo.

Ma anche l'elaborazione di piani di ricerca clinica e modelli di gestione dei servizi specificamente orientati alle problematiche assistenziali emergenti nell'ambito delle malattie della povertà e l'istituzione di una rete di organizzazioni italiane, europee e internazionali pubbliche, del privato sociale e del volontariato che si occupano di immigrazione e povertà. 

 

Redattore Sociale


Autore: DIRE