Il giovane, difeso da un ''avvocato di strada'', chiedeva l'annullamento di un foglio di via della Questura di Bologna.
Per la prima volta, una sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna ha accolto il ricorso di un giovane senza fissa dimora, difeso da “Avvocato di strada”, che chiedeva l’annullamento di un provvedimento – il foglio di via – della Questura di Bologna, condannando l’amministrazione (in questo caso, il ministero dell’Interno) al pagamento delle spese in giudizio, ovvero 750 euro. È l’avvocato Alessandro Gallerani ad aver seguito il caso, presentando sia istanza di riesame che ricorso al Tar.
“Il foglio di via viene dato, in base a quanto previsto dalla legge 1423 del 27 dicembre 1956, a una persona ritenuta pericolosa per la società – spiega il fondatore di “Avvocato di strada”, Antonio Mumolo –. Spesso però si tratta di persone che fanno fatica a difendersi, e il provvedimento, giusto o sbagliato che sia, trova applicazione. In questo caso ci siamo opposti, e il provvedimento della Questura è stato annullato”.
Il foglio era stato notificato il 24 agosto del 2005 a un giovane (classe 1978), un utente del dormitorio di via Carracci (recentemente sostituito dalla struttura in via del Lazzaretto). Il ragazzo, “con qualche precedente penale e di polizia abbastanza lieve, era in compagnia – spiega Gallerani – di altri due senza fissa dimora; avevano una pistola giocattolo, con tappo rosso, pare che stessero sparando ai piccioni in piazza dei Martiri”. Di qui, l’intervento della polizia e il foglio di via, che vietava al ragazzo di fare ritorno a Bologna per un periodo di tre anni.
“Non voglio entrare nel merito del comportamento – dice Gallerani -. Fatto sta che né il ragazzo, né gli altri due sono stati denunciati per quanto è accaduto; a lui è stato fatto il foglio e, successivamente, ha collezionato quattro denunce per inottemperanza”. Il foglio di via “è un provvedimento – aggiunge il legale – caratterizzato da un’ampia discrezionalità”; a un riesame, fatto davanti al Tar, “gli elementi di pericolosità sono risultati inconsistenti, tanto che il Tribunale amministrativo regionale ha ritenuto di annullarlo”. Il ragazzo segue un percorso di recupero, è seguito dai servizi sociali; agli inizi di settembre scorso ha ottenuto una borsa lavoro, attualmente segue un corso di informatica alla cooperativa ‘La Strada’”.
“Se questo provvedimento fosse stato attuato, tutto questo percorso di recupero – sottolinea Mumolo – sarebbe stato interrotto. È molto difficile – aggiunge – che il Tar annulli un provvedimento della Questura e condanni l’amministrazione alle spese; in questo caso, ha ritenuto di doverlo fare”. “Avvocato di strada” è nato cinque anni fa; il progetto è stato esportato, sono stati aperti altri sportelli a Bari, Foggia, Padova, Verona, Ferrara, Bolzano, mentre il 4 febbraio sarà la volta di quello di Trieste. “Siamo tutti volontari – conclude Mumolo – , e difendiamo gratuitamente solo senza fissa dimora. A Bologna abbiamo aperto 700 pratiche, siamo 35 volontari allo sportello, aperto due giorni la settimana. Non solo: ci rechiamo personalmente anche nei dormitori cittadini”.