Il sistema italiano fa scuola in Europa?


Pubblicato il 10.10.2007 in Eventi

Il sistema italiano di asilo gestito da Anci e ministero dell’Interno potrebbe servire come esempio per altre realtà europee in vista del sistema comune europeo. I suoi punti forti presentati al Parlamento europeo.
 
Il sistema italiano di asilo gestito da Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e ministero dell'Interno potrebbe servire come esempio per altre realtà dell"Ue in vista del sistema comune europeo di accoglienza. I suoi punti forti sono stati presentati oggi al Parlamento europeo (Pe) nel corso di una riunione organizzata da Anci-Ideali (Fondazione europea delle città) e a cui hanno partecipato l’europarlamentare Lilli Gruber, Giancarlo Gabbianelli, sindaco di Viterbo e membro del Comitato delle Regioni, e Fabio Sturani, sindaco di Ancona e vicepresidente dell’Anci con delega all’immigrazione.

Come si legge in un comunicato, il sistema è stato "istituito nel 2002 dal Ministero dell’Interno e gestito dall’Anci, e ha permesso una gestione coordinata e multilivello degli interventi in materia di asilo grazie al diretto coinvolgimento dei comuni, che hanno fornito servizi di assistenza e di protezione per favorire l’integrazione socio-economica dei rifugiati e dei richiedenti asilo”. Spiega Sturani al Redattore Sociale che “il sistema coinvolge da circa sette anni 107 comuni e ha portato a un’integrazione rapida di oltre il 50% dei rifugiati accolti”. La prima ospitalità è offerta a circa 2500 persone: un numero però insufficiente. Delle oltre 13 mila domande di asilo introdotte ogni anno in Italia, la metà (più di 6 mila) riceve il semaforo verde. Rimangono quindi esclusi dallo schema migliaia di persone, e per questo c’è necessità di allargarlo, come ricordato dal ministro dell’Interno Giuliano Amato al termine di un incontro con Anci, Acnur e alcuni sindaci.

L’incontro di oggi al Pe è comunque servito per presentare a una settantina di europarlamentari gli atout del sistema italiano, sia per la sua promozione internazionale che per un confronto sull’adattabilità del sistema ad altre realtà europee. Come evidenziato da Gruber al Redattore Sociale, “è fondamentale il ruolo giocato in Italia dai comuni, che sono in prima linea nella gestione dell’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo”. Sturani fa poi presente che il caso italiano è unico nel panorama comunitario, e per questo potrebbe essere utile presentarlo al legislatore europeo, in vista del sistema unico di asilo che è in fase di definizione.

Il contributo portato dall’Anci ai parlamentari a Bruxelles concorrerà probabilmente al processo consultativo che la Commissione europea ha aperto da poco come complemento al Libro Verde sull’asilo pubblicato nel giugno scorso. Al sistema nazionale non mancano però le pecche di livelli europeo, precisamente per quanto riguarda la raccolta di dati certi sul numero dei richiedenti asilo. Come riporta Gruber, in un recente rapporto Acnur, c’erano i dati di tutti i paesi europei tranne quelli italiani. 
 

 

Redattore Sociale


Autore: Matteo Manzonetto