Il sentimento di solitudine nel mondo delle organizzazioni


Pubblicato il 10.11.2004 in Eventi

“Il sentimento di solitudine nel mondo delle organizzazioni è uno dei fenomeni meno studiati e conosciuti. Però per tanti manager comporta disagio”. Il tema sarà affrontato domani da Martin Emrich, docente di psicologia del lavoro all’Università di Tubinga (Germania), durante il XXVI Congresso internazionale promosso dalla Società Italiana di Psicologia al Cnr. Tema del simposio (cominciato stamani, si concluderà mercoledì) è: “Il silenzio e le parole: psicologia della solitudine”. “Tanti manager soffrono perché si sentono isolati e hanno grandi problemi nei propri contesti di appartenenza: familiari, sociali, lavorativi”, afferma Emrich, che presenterà in occasione del convegno una specifica tecnica psicologica, il “Social skills training”: attraverso questo programma per lo sviluppo di competenze sociali i manager “hanno la possibilità di avviare un lavoro su se stessi e sulle proprie competenze sociali, al fine di migliorare la propria vita e le proprie relazioni”.

Anche Andrea Castiello D’Antonio, psicologo del lavoro, ha affrontato il nodo dei conflitti sul lavoro e del loro rapporto con la solitudine: “La solitudine dei manager e delle persone che ricoprono ruoli di responsabilità organizzativa è divenuta un tema centrale, finalizzato sia alla comprensione dello stato psichico, sociale e istituzionale delle persone posizionate in tali ruoli, sia alla loro cura e riabilitazione”.

Inoltre, “l’organizzazione, pur avendo tra i suoi scopi impliciti e non visibili la difesa delle persone dalle angosce esistenziali, nondimeno genera a sua volta ambienti e situazioni che sono fonte di ansia, rivalità, odio e aggressività: frequentemente, la condizione di solitudine della persona che lavora è legata a un ambiente organizzativo denso di conflittualità”. Tuttavia – aggiunge Castello – “ugualmente rilevanti, se non di più, per comprendere le situazioni di solitudine e isolamento, appaiono i conflitti interni della persona che lavora nel contesto del suo mondo interno, percorso da vissuti inconsci che si intrecciano con le dinamiche dei gruppi e con le macro-dinamiche organizzative”. Le principali manifestazioni di sentimenti di solitudine e di isolamento esistenziale – illustra lo psicologo – si verificano al momento dell’inserimento nell’organizzazione, durante il “difficile passaggio dell’età di mezzo” e alla fine della carriera, quando la persona si avvia verso il pensionamento. Oltre alle condizioni personali, ci sono quelle ambientali, tra cui “vanno segnalati gli ormai numerosi casi di riduzione del personale e ridisegno organizzativo, le richieste inerenti la mobilità occupazionale e territoriale, e tutto ciò che attiene ai fenomeni di violenza all’interno del mondo del lavoro”.

Redattore Sociale


Autore: lab