Il progetto, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in occasione del 2010 – Anno Europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, si inquadra nel campo della promozione sociale in ambito urbano, con specifico riferimento ai temi legati al disagio sociale nelle stazioni e nei poli ferroviari e ha per obiettivo il rafforzamento della rete degli Help Center nelle stazioni italiane, attraverso la costruzione di un piano d’azione nazionale condiviso.
Oltre alla Cooperativa Sociale Europe Consulting Onlus, ente gestore dell’Help Center di Roma Termini e capofila del progetto, hanno partecipato Ferrovie dello Stato, la Confraternita Maria SS Del Soccorso (HC di Catania C.le); l’Associazione On the Road (HC di Pescara C.le); l’ACISJF – Protezione della Giovane di Firenze (HC di Firenze SM Novella); i Fratelli della Stazione Onlus (HC di Foggia); il Centro La Tenda Onlus (HC di Napoli C.le); il Comune di Milano (HC di Milano C.le); l’Associazione Soleluna Onlus (HC di Genova Cornigliano); il Posto di Ascolto e Indirizzo Città di Bologna Onlus (HC di Bologna C.le) e l’Help Center “Stazione Solidale” di Chivasso.
Si tratta del primo progetto che vede ufficialmente uniti tutti i componenti della rete ONDS.
Il contesto
Le stazioni italiane in questi ultimi anni hanno subito una profonda trasformazione sia strutturale che contestuale. Nonostante le ristrutturazioni e la conversione di molti spazi ad un uso commerciale, gli scali ferroviari restano un polo d’attrazione per quelle categorie di persone che hanno perduto la propria identità personale e sociale e ritrovano qui, nella dinamica tra massa e gruppo di simili, gli unici punti di riferimento della propria vita.
In questo particolare contesto, la possibilità di uscire dal disagio trova una sua metaforica rappresentazione nella LINEA GIALLA posta ai lati delle banchine ferroviarie, a segnalare il limite da non superare per poter intraprendere un percorso di inclusione sociale.
Gli obiettivi e le azioni del progetto
L’obiettivo generale del progetto è stato il consolidamento delle prassi di cooperazione istituzionale della rete degli Help Center, dislocati sul territorio nazionale, attraverso un percorso di ricerca - intervento e formazione, sviluppato nell’arco di 10 mesi. L’azione ha perfezionato il lavoro sperimentale portato avanti in questi anni, dando una forma concreta alla rete ed una modalità di azione pienamente condivisa, che può essere replicata a livello nazionale e internazionale.
Il percorso progettuale si è articolato nelle seguenti azioni:
- Piano di Azione Nazionale (PAN): sin dalla fase di avvio dell’ONDS, la conoscenza della fenomenologia del disagio sociale in stazione ha rappresentato uno dei punti essenziali per la definizione di una programmazione condivisa degli interventi. Il PAN rappresenta la formalizzazione delle pratiche di concertazione adottate nell’ambito del progetto e si sostanzia come programma di azioni concrete che sintetizzi le strategie definite a livello locale nel quadro di una metodologia condivisa e assunta dalla rete ONDS come propria. La condivisione del Piano da parte degli attori locali è vincolante rispetto al perseguimento degli obiettivi e delle azioni in esso contenuti.
- Ricerca intervento: sulla base dei numeri significativi del disagio nelle stazioni, la ricerca – intervento è concepita come attività di rilevazione e programmazione partecipativa e, pertanto, strutturata prevedendo, accanto alla componente scientifica per la rilevazione e l’analisi dei dati, una componente più marcatamente progettuale e cooperativa, legata alla condivisione degli obiettivi progettuali da parte degli stakeholders locali.
- Condivisione di strumenti di lavoro IT: uno degli strumenti ulteriormente sviluppato nel quadro del progetto è il database condiviso degli interventi, attraverso cui è possibile effettuare delle analisi specifiche dei dati degli interventi effettuati dai vari centri della rete. L’introduzione del diario elettronico, un applicativo web dedicato alla raccolta "in diretta" dei dati da parte degli operatori sociali, abbatte i tempi di data-entry, rende immediatamente disponibili i dati a fini statistici, limita la circolazione di dati sensibili ed il loro trattamento, in ottemperanza a quanto previsto dalle norme sulla privacy. L’utilizzo di questo strumento nei principali centri della rete consente ora un monitoraggio di più di 150.000 interventi annui, con una capacità di analisi che potrebbe tendere al tempo reale.