Il primo aiuto agli «homeless» parte dal tetto


Pubblicato il 13.06.2016 in News Sociale


"Housing First", al primo posto nella campagna HomelessZero, il tema dell'alloggio. Giovedì 9 e venerdì 10 giugno si è svolta a Bruxelles una conferenza europea degli enti di assistenza dedicata a “Leveraging the European consensus to win the fight against homelessness” 


Le vicende degli “invisibili”, le persone senza risorse e senza dimora che popolano come fantasmi le nostre città, in particolare nelle aree metropolitane, patiscono anche sul piano della comunicazione gli effetti di un bipolarismo anomalo. A rompere l’ordinario disinteresse verso questa umanità sofferente e senza voce, infatti, concorrono picchi di attenzione legati a episodi specifici, talvolta di cronaca nera, più spesso coincidenti con una stagionalità avversa (è un classico l’approfondimento giornalistico sugli homeless quando arriva un’ondata di gelo).

Gli stessi interventi delle politiche sociali pubbliche e delle associazioni non profit (che pure sono attivissime e possono mettere in campo esperienze invidiabili ovunque, grazie soprattutto alla forte spinta caritatevole impressa dalla matrice cattolica) si collocano solitamente sul piano dell’emergenza e si rivolgono principalmente al soddisfacimento dei bisogni primari (vestiti, pasti caldi, ricoveri notturni in dormitori). Tutti aiuti lodevoli e imprescindibili, ovviamente, ma che da soli non affrontano alla radice il problema.

Per questo merita di essere segnalata una campagna dal titolo “HomelessZero” che, sull’esempio di alcuni progetti sperimentati con successo negli Usa e in Gran Bretagna, si propone di rovesciare l’approccio, mettendo al primo posto il tema dell’alloggio (“Housing First”) e l’inclusione sociale, nel presupposto che questa modalità di intervento contro la povertà, purché perseguita in modo coerente ed efficace, possa produrre un impatto sociale migliore, con costi economici inferiori.

Non è la quadratura del cerchio, impossibile per questa come per altre grandi emergenze del nostro tempo. È però il segnale che, per la prima volta, quanto meno nel mondo occidentale, la condizione delle persone senza dimora viene affrontata in un contesto esplicito di lotta alla povertà estrema.

Non a caso, giovedì 9 e venerdì 10 si è tenuta a Bruxelles una conferenza europea degli enti di assistenza, dedicata a “Leveraging the European consensus to win the fight against homelessness” , imperniata proprio sul principio dell’”Housing First”, con sessioni specifiche sulle diverse modalità di reperimento delle case e sulla formazione dei volontari.

Le esperienze attivate in Italia sono, da qui in poi, valutate da sette istituti universitari, omogeneamente distribuiti a livello territoriale, per misurare l’impatto sociale delle politiche adottate e gli effetti sulla spesa pubblica rispetto alle ordinarie erogazioni assistenziali.

Leggi l'articolo completo su Il Sole 24 Ore.


Autore: Elio Silva