Il mondo in crisi. E i poveri ne pagano le conseguenze


Pubblicato il 20.10.2008 in News Sociale

L’analisi della situazione mondiale descritta dagli Stati Generali della Solidarietà e della Cooperazione in un documento sottoscritto in occasione del Forum d’Autunno sulla lotta alla povertà, in corso a Roma.
 
“Il mondo è in crisi perché è in crisi l’ideologia della globalizzazione neoliberista e delle sue scelte fallimentari di politica sociale, economica, ambientale, militare e finanziaria. A pagarne le conseguenze sono le persone più povere, soprattutto nei paesi nel sud del mondo ma anche nei nostri paesi, in cui assistiamo alla formazione di nuove forme di povertà e nuove forme di emarginazione”. E’ questa l’analisi della situazione mondiale descritta dagli Stati Generali della Solidarietà e della Cooperazione in un documento sottoscritto in occasione del Forum d’Autunno sulla lotta alla povertà in corso a Roma. L’allarme riguarda anche quella che viene definita deriva securitaria ispirata più all’egoismo che alla responsabilità sociale, il disimpegno verso la lotta alla povertà e lo sgretolarsi degli impegni assunti dai governi dei paesi ricchi nella sottoscrizione degli Obiettivi del Millennio. In primo piano anche la denuncia dei ritardi dell’Italia sul fronte della cooperazione e sul taglio delle risorse destinate al mantenimento degli impegni bilaterali ed internazionali sottoscritti dal nostro Paese in vista della legge finanziaria e della presidenza di turno del G8 del luglio 2009.

Gli eventi di questi giorni, spiega il documento, e l’impegno internazionale per salvare il sistema finanziario globale, sono la prova di quanto si possa fare per i più poveri. “Le stesse risorse che oggi vengono impiegate per far fronte alla crisi finanziaria – chiarisce il documento – sono state sempre negate alla lotta alla povertà, alla cancellazione del debito e a processi di sviluppo di lungo periodo. Il fallimento delle politiche sociali è sottolineato anche dal mancato mantenimento della promessa dello 0,7% del Pil da destinare all’aiuto pubblico allo sviluppo”. Il documento segnala, inoltre, la pericolosa tendenza assunta dalla comunità internazionale a delegare al privato l’impegno della lotta alla povertà. Questa tendenza potrebbe “sancire definitivamente l’inesistenza di una responsabilità pubblica dei paesi ricchi verso quelli impoveriti”.

Il 2008 è stato un anno di particolare rilevanza a livello internazionale, a partire dal Forum di alto livello delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, la conferenza sull’efficacia dell’aiuto ad Accra, l’incontro alla Fao sulla sicurezza alimentare e la crisi dei prezzi, ma gli stessi eventi, secondo gli Stati Generali, hanno mancato i loro obiettivi, minando la fiducia delle persone rispetto ai processi di pace e di sviluppo, e soprattutto perché non hanno contribuito a risolvere i problemi. Secondo il documento la crisi odierna pone la necessità di colmare i deficit di democrazia presenti nel governo dei processi globali. “Crediamo che a questa mancanza di una effettiva governance dei processi internazionali si debba rispondere riformando le istituzioni esistenti a partire dalle Nazioni Unite e dalle Istituzioni Finanziarie internazionali e creandone di nuove, improntandone il funzionamento a criteri di democrazia, pluralismo e trasparenza”. L’impegno delle istituzioni non può essere delegato ad altri, conclude il documento, perché senza il loro impegno non sarà possibile raggiungere l’obiettivo dello sradicamento della povertà.

Tra le priorità presentate durante la riunione degli Stati Generali, la necessità di coerenza delle politiche annullando ogni forma di debito dichiarato illegittimo, provvedendo a modalità di restituzione del debito ecologico verso i Sud del mondo e alla restituzione della sovranità economica. Tra le altre proposte quella di adottare un Codice Etico sulla Cooperazione Internazionale, la riduzione della spesa militare e del commercio internazionale di armi, il riconoscimento del diritto inalienabile alla mobilità delle persone ed infine la promozione delle politiche di genere che promuovano la partecipazione della donna nei processi decisionali sia nei contesti locali, sia internazionali.
 

 

Redattore Sociale


Autore: Giovanni Augello