Il ministero della Salute aprirà a settembre un ''Tavolo di lavoro'' sulle droghe


Pubblicato il 20.07.2006 in News Sociale

Sarà incentrato sulla prevenzione primaria e secondaria, in collaborazione con le Politiche giovanili e l'Istruzione. Vaccari: ''Non sarà un doppione della Consulta di Ferrero''. Al via anche la ''ricognizione nazionale'' sui Sert.

Il ministro della Salute Livia Turco sta dando corso alla sua volontà di creare una sorta di Consulta degli operatori all’interno del suo dicastero. “Ma non si chiamerà Consulta, né sarà un doppione di quella prevista dalla legge e in capo al ministro Ferrero – si affretta a precisare Giuseppe Vaccari, medico modenese, responsabile di Sert, da poco nominato dalla Turco suo consigliere per le dipendenze – Si tratta di un Tavolo di lavoro incentrato sulle competenze del ministero della Salute, in particolare sulla prevenzione primaria e secondaria all’uso di droghe”.

Il tavolo, spiega Vaccari, sarà costituito verso la metà di settembre e avrà meno componenti della settantina previsti nella Consulta nazionale. Al suo interno saranno chiamati rappresentanti delle realtà più significative del privato sociale, delle Regioni e degli enti locali e di alcuni ministeri. “I programmi di prevenzione dovranno infatti essere decisi e realizzati a livello territoriale – sottolinea Vaccari – così come sarà importantissimo il coordinamento con ministeri quali quello dell’Istruzione e delle Politiche giovanili. Tutto questo senza nulla togliere alle competenze del ministero della Solidarietà sociale, a cui spetta il coordinamento generale della politica sulle droghe”.

Livia Turco ha anche lanciato l’intenzione di effettuare una “ricognizione nazionale” sui Sert (servizi pubblici per le tossicodipendenze). “Come ha confermato anche la recente relazione al Parlamento – dice Vaccari – ci sono diverse criticità su questo fronte: i Sert sono ancora troppo ‘eroinacentrici’, le esperienze innovative sono ancora troppo limitate, il personale è scarso e quello presente vive spesso momenti di frustrazione. La ricognizione sarà organizzata dal ministero coinvolgendo vari suoi funzionari, ma non mancherà di avvalersi sul territorio anche della consulenza del privato sociale, che attraverso strutture residenziali e diurne e progetti sperimentali lavora spesso fianco a fianco con i Sert”.

 

Redattore Sociale