''Il futuro dell'Italia non è un lusso'': responsabilità, solidarietà, partecipazione, innovazione. In un documento il Forum Terzo Settore sintetizza preoccupazioni, istanze e proposte in vista delle scadenze elettorali.
Il Coordinamento del Forum del Terzo Settore, riunitosi oggi, ha deciso di aprire un confronto di ampio respiro con le parti sociali, gli enti locali, i sindacati, i rappresentanti delle forze politiche.
In un documento dal titolo “Il futuro dell’Italia non è un lusso” viene sintetizzato, sulla base delle precedenti piattaforme e dei documenti elaborati in passato, preoccupazioni, istanze, richieste e proposte.
“Il Futuro dell’Italia non è un Lusso – affermano i portavoce del Forum, Edoardo Patriarca e Giampiero Rasimelli - non è una frase ad effetto, ma una forte assunzione di responsabilità per un terzo settore candidato a condizionare l’agenda politica in vista della prossima scadenza elettorale”.
Si legge nel documento: “La preoccupazione per lo stato del nostro Paese è crescente, siamo consapevoli delle enormi potenzialità dell’Italia, ma non possiamo non vedere i segni profondi di una crisi che è istituzionale, del sistema produttivo, della qualità del sistema Paese e della coesione sociale. Mobilitare le tante energie della nostra società, come è necessario per uscire da questa situazione, non sarà possibile senza una precisa denuncia dei fattori di crisi e una credibile indicazione delle scelte e degli obbiettivi verso i quali indirizzare sacrifici, sforzi, protagonismo, solidarietà, capacità innovative. Il futuro dell’Italia non è un lusso, è qualcosa che dobbiamo conquistarci con un impegno straordinario della collettività nazionale, è qualcosa che dobbiamo garantire alle giovani generazioni. La possibilità di indicarlo in modo credibile è la concreta condizione per sconfiggere i mali strutturali e le arretratezze di oggi. Il futuro, altrimenti, potrà essere anche un rapido ritorno all’indietro”.
“Il Forum Permanente del Terzo Settore - si legge ancora nel documento - promuove un anno di mobilitazione nel Paese intorno a questa sfida. Un anno di iniziative per chiamare tutte le organizzazioni aderenti, tutto il mondo del Terzo Settore e del non profit, tutte le parti sociali, gli Enti locali, le istituzioni culturali e di ricerca a confrontarsi con questo tema del futuro del Paese, a compiere un atto di responsabilità collettiva che attivi ogni energia disponibile.
Vediamo quattro priorità strutturali per rivolgerci al futuro dell’Italia: ridare competitività al sistema produttivo; scommettere sulla formazione e la ricerca come principale fattore di innovazione; considerare le politiche di coesione e inclusione sociale come risorsa dello sviluppo e non come appesantimento di bilancio; ridare centralità nella politica estera alla costruzione europea, alle politiche di pace e di cooperazione internazionale”.
E continua: “Sappiamo che, per affrontare con vigore questi quattro punti, l’Italia ha bisogno di una condizione di premessa: un profondo cambio di cultura politica nel governo nazionale e una riforma istituzionale che faccia del Federalismo uno strumento di unione più efficace del Paese e non di divisione, frantumazione, ingiustizia e inefficienza.Se vi fossero ancora dubbi le ultime notizie sui conti pubblici e sui tagli di cassa alle spese sociali, sono una testimonianza netta dell’esigenza di un cambiamento. Abbiamo di recente eletto i nuovi Consigli Regionali, avremo tra poco le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento e poi l’elezione del Capo dello Stato. Si tratta di un passaggio essenziale e condizionante la vita e il futuro del Paese. Lavoreremo perché la partecipazione dei cittadini sia protagonista di questo passaggio e imponga al confronto politico e istituzionale i contenuti della sfida decisiva che stiamo vivendo. Il rilancio della partecipazione è un’altra delle condizioni di premessa da conquistare, senza una partecipazione responsabile dei cittadini non si potrà conseguire né una straordinaria mobilitazione sociale, né un rinnovamento reale della politica, né il rilancio di quel ricchissimo tessuto democratico diffuso che è uno dei principali fattori coesivi e competitivi del sistema Italia”.
“Pensiamo si debbano difendere due conquiste importanti della democrazia e della società italiana – è scritto nel documento del Forum -, quella di un welfare fondato sull’universalismo dei diritti e delle prestazioni e quella di un sistema fiscale equo, leva della redistribuzione della ricchezza e dell’intervento strategico dello Stato. Ma sappiamo guardare anche all’innovazione necessaria, all’esigenza di un nuovo spazio pubblico, capace di dare nuove garanzie e di aprirsi oltre il confine della pubblica amministrazione, o al nuovo più ampio profilo della cittadinanza che porta con sé le richieste di nuovi diritti, una diversa geografia sociale e nuove realtà strutturali, prima tra tutte l’immigrazione. Noi stessi, in quanto Terzo Settore, siamo insieme continuità e innovazione. Avvertiamo per intero l’importanza e i rischi di questa ineludibile sfida di cambiamento e per questo vogliamo, attraverso le nostre iniziative, rilanciare l’appello a costruire nel Paese una grande alleanza per il futuro dell’Italia che rivolgiamo ai Sindacati, agli Enti locali, ai movimenti e a tutte le componenti della società italiana”.
“Questo grande e difficile impegno cade anche nell’ultimo anno di mandato del Forum – conclude -. È naturale ed evidente che, nel vivo di questa campagna, dovrà rinnovarsi e trarre nuova legittimità l’incontro tra le organizzazioni aderenti al Forum, tra i protagonisti del Terzo Settore partecipativo tipico della storia antica e recente della società italiana. La capacità di resistere alle sirene del leaderismo, dell’economicismo, del riduzionismo semplificatorio che hanno caratterizzato la cultura dominante di questi anni ci ha condotto sin qui. Siamo cresciuti, non senza contraddizioni, ma mantenendo la nostra identità fondamentale di movimento associativo e partecipativo. Adesso la riconferma di questi caratteri identitari è decisiva anche per l’esito che potrà avere l’innovazione del sistema di welfare in Italia e il rinnovamento del tessuto democratico del Paese. Sarà quindi una stagione importante per le nostre organizzazioni e per il Forum del Terzo Settore al servizio del futuro dell’Italia, interpreti dei nostri voleri, della nostra identità, dello spirito di responsabilità e partecipazione dei cittadini”.
Redattore Sociale