I tre progetti di don Rigoldi e don Colmegna per dare un futuro ai rom di via San Dionigi


Pubblicato il 13.09.2007 in News Sociale

Pensano a una fabbrica di mattoni e un vivaio in Romania e una cooperativa di bancali a Milano. ''Contrari ai campi, ma bisogna creare le condizioni per l'integrazione''. Domani termineranno il digiuno di solidarietà iniziato lunedì.
 

Una fabbrica di mattoni e un vivaio in Romania, una cooperativa di bancali a Milano: sono i tre progetti di don Gino Rigoldi e don Virginio Colmegna, presidenti il primo di Comunità Nuova e il secondo della Casa della Carità, per dare un futuro ai rom di via San Dionigi. "Siamo i primi ad essere contrari ai campi nomadi - sottolinea don Virginio Colmegna -, ma bisogna creare le condizioni perché queste famiglie possano integrarsi o tornare nel loro paese". La fabbrica di mattoni sorgerà a Tamna, cittadina a nord di Craiova non lontana da Tintameni, il villaggio dal quale provengono la maggior parte dei rom che abitavano nella baraccopoli di via San Dionigi. Il vivaio verrà aperto invece a Sisesti, sempre nella regione di Craiova, nella parte sud occidentale della Romania. La provincia di Milano ha stanziato 200 mila euro per realizzare i due progetti. "In Romania operano grandi imprese italiane, come Enel, Pirelli e Italstrade -aggiunge don Gino Rigoldi-. Governo, regioni, comuni e imprese devono dialogare con le autorità romene per creare opportunità di lavoro che non obblighino a migrare". La cooperativa di bancali permetterà ai rom di continuare a fare il lavoro che hanno svolto finora, ma alla luce del sole. "Prima venivano sfruttati da alcune aziende di bancali che li facevano lavorare in nero -sottolinea don Massimo Mapelli, vice presidente della Casa della Carità-. Con don Gino stiamo costruendo fuori Milano un capannone dove i rom potranno raccogliere, sistemare e vendere bancali".

Domani sera don Virginio Colmegna e  don Massimo Mapelli termineranno il digiuno di solidarietà verso i rom di via San Dionigi iniziato lunedì. "Purtroppo siamo ancora in un vicolo cieco - afferma don Virginio Colmegna- . Gli uomini sono ospiti alla Casa della Carità (ci rimarranno ancora per tutta la prossima settimana; ndr) e le donne con i bambini al dormitorio. È una situazione che non può continuare e rinnovo l'appello alle istituzioni e ai cittadini perché si facciano avanti per ospitarli". Finora solo poche associazioni di volontariato hanno offerto alcuni locali. "Non diciamo dove andranno -aggiunge don Virginio Colmegna-, perché subito si creerebbe un comitato di cittadini per protestare". Per don Gino e don Virginio la sicurezza va costruita con progetti di solidarietà. "Solo aiutando chi vive ai margini a costruirsi una vita normale -sottolinea don Virginio-, è possibile combattere l'illegalità. Oggi invece a Milano si è creato un clima teso, non si è più capaci di ragione sui problemi e c'è un uso politico e strumentale delle paure dei cittadini".
 

 

Redattore Sociale


Autore: dp