I medici di strada per i senza dimora


Pubblicato il 05.09.2013 in News Sociale

 

Il camper in Centrale e in piazza Affari: è una medicina «mordi e fuggi», una medicina del contingente, dei sintomi


 

Chi, la sera, si trovasse a passare dalle parti della stazione Centrale, o la domenica, all’imbrunire, in piazza Affari, vedrebbe una fila di persone davanti a un camper, con sopra un medico che cerca di rispondere ai loro bisogni sanitari. Quelli che si rivolgono a questa sorta di «ambulatorio mobile» sono soggetti di ambo i sessi, in condizioni disagiate, emigrati senza permesso di soggiorno, persone senza fissa dimora, nuovi poveri che richiedono un parere, un indirizzo per i loro disturbi, spesso originati dal vivere in condizioni precarie. Una recente indagine dell’Università Bocconi ha messo in evidenza come all’interno di Milano i senza fissa dimora siano più di 2.500, che passano in gran parte la notte nei dormitori, ma che dormono anche su giacigli di fortuna in strada, nei mezzanini della metropolitana, negli anfratti delle case, dentro cartoni quando fa freddo o sulle panchine dei giardinetti nei periodi estivi, spesso con accanto una bottiglia di vino o di birra.

Al medico parlano della loro tosse che non passa, dei dolori articolari, del mal di gola o della pressione alta, delle bronchiti riacutizzate e chi più ne ha ne metta. Il medico del camper dà consigli, indirizza verso strutture qualificate, somministra qualche medicina, ausculta qualche torace, palpa qualche pancia, misura la pressione, ma soprattutto ascolta, dà fiducia e conforta una schiera di diseredati. È una medicina «mordi e fuggi», una medicina del contingente, dei sintomi, una medicina che ascolta e indirizza e che si offre come punto di riferimento nel tempo ai bisogni di queste persone.

Non è una medicina ambulatoriale, delle anamnesi sofisticate: è una medicina dell’immediato, una «medicina di strada» che ha nel volontariato l’origine del proprio essere, che si appoggia su medici, ma anche su volontari che danno un supporto di vicinanza, di compagnia, che distribuisce alimenti, coperte e sussidi di emergenza. Una medicina non paludata, non strutturata, ma che vuol fare la propria parte nel migliorare la vita di chi ha difficoltà nel vivere a Milano, che sostiene quelle persone che non andrebbero mai da un medico per paura, per vergogna, per povertà.

Il medico del camper sa che questo esercito di invisibili ma che cresce di giorno in giorno, sa che potrebbe all’improvviso «sparire», non ripresentarsi per verificare l’efficacia delle cure, non essere costante nel seguire le prescrizioni, non ripresentarsi a un appuntamento programmato o, addirittura, comparire a proprio piacimento senza aver seguito cure e consigli, ma ciò non deve indurre a ripensamenti: l’offerta va mantenuta. Offerta che, nata spontaneamente per coprire un vuoto assistenziale, riveste un grande valore sociale e che ha nella concretezza e nel mettersi in gioco in prima persona, la ragione del proprio esistere. Molti hanno bisogno di questa medicina che è anche testimonianza di una milanesità generosa.


Autore: ALBERTO SCANNI