Housing sociale per i senza fissa dimora


Pubblicato il 21.03.2014 in News Sociale

Case, non manette: il bilancio del programma Housing First dello Utah. È difficile immaginare che in America chiunque abbia accesso ad una abitazione sicura e stabile. La presenza degli homeless, i senza tetto, dura da così tanto tempo che è accettato come un effetto, sgradito ma inevitabile, della vita nella città. Così non dovrebbe essere: il fenomeno degli homeless, anche nelle nostre città, persiste perché le risposte messe in atto dalla società non tendono a rimuoverne le cause originali. 

Alle Hawaii il politico Tom Bower (video) perlustrava le strade del suo quartiere di Waikiki con una mazza, distruggendo carrelli della spesa utilizzati da persone senza fissa dimora. "Disgustato" dal problema cronico dei senzatetto, Bower ha deciso di prendere letteralmente in mano il problema trascinando persone senza fissa dimora lontano dai luoghi pubblici. La tattica di Bower è di dare sfogo in modo estremo alla frustrazione che ha portato le città ad approvare misure di criminalizzazione dei senzatetto.

I membri del consiglio comunale di Columbia, Carolina del Sud (video), preoccupati che la città stesse diventando una calamita per le persone senza fissa dimora, approva una ordinanza che dà ai senzatetto l'opzione di trasferirsi o farsi arrestare.

L'anno scorso a Tampa, in Florida (video), una delle città con il più alto tasso di homeless,   ha decretato il divieto di accumulare beni personali in pubblico, consentendo agli agenti di polizia di arrestare chiunque dorma in pubblico e chieda l’elemosina.

Philadelphia ha adottato un approccio diverso, vietando la somministrazione di cibo ai senza tetto in luoghi pubblici come i parchi, con il risultato di aver scatenato la disobbedienza civile degli attivisti e dei gruppi religiosi che assistono gli homeless.

 

Questa tendenza a criminalizzare il fenomeno rappresenta una disfatta per le politiche sociali: la rimozione dei un problema che però non è insormontabile.

Negli ultimi dieci anni nello Utah è avvenuto un mutamento di approccio che riconosce l'inefficacia delle politiche emergenziali di breve periodo promuovendo il progetto di "Housing First" incentrato su un accesso rapido alla casa, seguito da politiche di reinserimento sociale e lavorativo. Il tasso di homeless è sceso del 78%, facendo avviare lo stato al primato di homeless zero entro il 2015.

Nello Utah hanno capito che il costo annuale per gli interventi di pronto soccorso, sanitari, di ordine pubblico e carcerari per i senzatetto era di 17 mila dollari a persona, rispetto agli 11 mila dollari per fornire un appartamento e un assistente sociale. Così, lo Stato nel 2005 ha cominciato regalando appartamenti agli homeless, senza alcun vincolo. Ogni partecipante al programma  Housing First viene abbinato ad un assistente sociale con lo scopo per aiutarli a diventare autosufficienti, ma il diritto a tenere l'appartamento non decade in mancanza di lavoro. Il programma ha avuto così tanto successo che altri stati stanno sperando di ottenere risultati simili con i programmi sul modello dello Utah.

A Torino la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora ha appena costituito il Network Housing First Italia con lo scopo di cambiare gli approcci, le politiche e le risorse dedicate al problema dell’homelessness.

L’Housing non è solo più è economico, è più umano.


Autore: Andrea Vecci
Fonte: Valori