Sul piano sanitario l'integrazione è tutta da fare. La Società italiana di medicina delle migrazioni: ''Le politiche sono ancora incerte e l'integrazione è debole''.
La percentuale sulla popolazione residente ha quasi raggiunto la media europea di oltre il 5%. Tuttavia, anche se le dinamiche di aumento sono maggiori rispetto ad altre parti d'Europa, "le politiche sono ancora incerte e l'integrazione è debole. Dal punto di vista sanitario, il profilo di salute si caratterizza da condizioni di sofferenza dovuta a fragilità sociale, accoglienza inadeguata e accessibilità non diffusa", fa notare la Società italiana di medicina delle migrazioni, rilevando: "Se apprezzabili miglioramenti nelle politiche sanitarie e nell'impegno contro le disuguaglianze nella salute sono evidenti negli ultimi 10 anni, ancora c'è molto da fare". Su questi temi si dibatterà a Palermo dal 27 al 30 aprile, in occasione della tradizionale "Consensus Conference" sui temi sanitari dell'immigrazione (giunta alla IX edizione) e del VII Congresso nazionale Simm.
Organizzata dal Centro di Riferimento e di Coordinamento della Medicina delle Migrazioni dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico "P.Giaccone" di Palermo, dal Poliambulatorio S. Chiara di Palermo e dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (Simm) - con il contributo della Presidenza della Regione Siciliana e della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo -, la Consensus di quest'anno (dal titolo "... per una salute senza esclusione") intende fare il punto del cammino realizzato ma anche tracciare le strategie per gli scenari futuri.
"Potremmo dire che questa è una Consensus interlocutoria tra quella del 2004 di Lampedusa esitata nel documento sulla formazione e quella del 2008, anno di rinnovo degli organi statutari della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, durante la quale vorremmo enfatizzare qualità ed efficacia dei nostri servizi con un documento sugli indicatori della salute degli immigrati e delle linee guida su un 'autoaccreditamento' delle strutture impegnate in questo ambito", anticipa il dottor Salvatore Geraci, presidente della Società italiana di medicina delle migrazioni e responsabile dell'Area sanitaria della Caritas diocesana di Roma, aggiungendo: "Quest'anno vorremmo dare molto spazio alle esperienze locali. Il programma preliminare prevede poche relazioni su alcuni ambiti specifici (profilo di salute, politiche, infermieristica e ospedale interculturale) e ben 5 sessioni di comunicazioni che saranno l'asse portante dell'incontro. In totale prevediamo oltre 40 comunicazioni in plenaria e una sessione poster per le eventuali altre esperienze".
Il programma punta sulla partecipazione qualificata di quanti in Italia si occupano della medicina e dell'infermieristica in un'ottica interculturale, "della salute intesa in senso globale dove diritto, dignità, ricerca, assistenza e cura si coniugano insieme nella partecipe attenzione ad ogni persona, di qualsiasi cultura e storia appartenga; siamo certi, al termine dell'incontro, di avere elementi per ridefinire politiche e strategie che non escludano alcuno", conclude Geraci.