Sono il 6,3% della popolazione scolastica, contro il 4,2% della media nazionale. Una priorità ''favorire la qualificazione professionale''. I dati del Terzo Rapporto sull'Immigrazione voluto dalla Provincia
Cresce il numero degli studenti stranieri nelle scuole superiori, ma la maggior parte sceglie la formazione professionale, limitando le proprie opportunità. Presso la provincia di Genova, è stato presentato nei giorni scorsi il Terzo Rapporto sull'Immigrazione a Genova, a cura del Centro Studi Medì sulle Migrazioni nel Mediterraneo, in collaborazione con l’Amministrazione provinciale e la Compagnia San Paolo di Torino. Trecento pagine di analisi statistiche e sociologiche sul fenomeno migratorio nel contesto ligure per evidenziarne i cambiamenti e le dinamiche evolutive. Al centro della ricerca i giovani migranti nel contesto scolastico e sociale, con uno sguardo alle loro prospettive future e a quelle di una città sempre più multietnica. I dati rilevati dalla ricerca hanno evidenziato una sempre più crescente presenza di studenti stranieri nel contesto scolastico ligure. Si pone perciò la necessità di rivedere l’offerta formativa per rispondere più efficacemente a esigenze sempre più disomogenee. Cresce il numero degli studenti stranieri che frequentano le scuole superiori, segno della progressiva maturazione dei flussi migratori e nella presenza stabilizzata delle famiglie nel paese di accoglienza. Il fenomeno dell’inserimento scolastico degli studenti stranieri nelle scuole secondarie è particolarmente sentito a Genova e nelle altre province liguri. La regione presenta dati significati rispetto al contesto nazionale: il 6,3% della popolazione scolastica è rappresentata da studenti stranieri, contro il 4,2% della media nazionale. Il gap si amplia ulteriormente nelle scuole di ordine superiore dove la presenza degli studenti stranieri raggiunge il 4,4% del totale, contro il 2,3 della media nazionale, e porta la Liguria al terzo posto dopo Emilia-Romagna (5,7%) e Umbria (4,4%). Nella provincia di Genova il continente americano è il più rappresentativo della popolazione scolastica immigrata (59,9%). Molti ragazzi latinoamericani arrivano in età adolescenziale "con un primo ingresso – spiega il rapporto – non senza difficoltà, nella scuola italiana in un istituto superiore”. Malgrado l’alto tasso di presenze straniere nelle scuole superiore, la ricerca registra alti livelli di abbandono e dispersione scolastica, mentre i giovani migranti che decidono di proseguire gli studi optano per istituti professionali (48,6%) e tecnici (31,6%), e meno del 20% frequenta un liceo.
“Alla luce di questi dati – spiega Andrea Torre, Direttore del Centro Studi Medì – bisogna capire se la scelta del percorso scolastico è determinata dalla famiglie o dalla scarsa conoscenza del sistema scolastico nazionale e delle opportunità che offre ai giovani. Dobbiamo interrogarci su eventuali processi di etichettamento e categorizzazione etnica da parte della popolazione ricevente e superare il rischio di ghettizzazione”. La ricerca condotta dal Centro Medì mira infatti a fornire uno strumento e uno stimolo alle Istituzioni. “Una riflessione su questi dati – prosegue il Dott. Torre – deve portare gli organi decisori a elaborare interventi di informazione e comunicazione a favore delle famiglie migranti, per favorire la conoscenza delle opportunità formative presenti sul territorio. I giovani migranti devo sapere che in età adulta non saranno costretti a svolgere mansioni poco qualificate, ma potranno accedere alla formazione superiore e all’Università”. La necessità di favorire l’integrazione scolastica appare importante per il futuro dei giovani stranieri ma anche per le città. Secondo il Dott. Torre “nei prossimi anni questi giovani saranno dei lavoratori e anche su di loro si gioca il futuro di Genova e delle altre città liguri, per questa ragione è compito delle Istituzioni favorire la loro qualificazione professionale”.
Redattore Sociale