FS Italiane e impegno sociale: dalla disabilità al disagio


Pubblicato il 22.06.2016 in News Sociale


Sono molte le iniziative del Gruppo FS Italiane dedicate al disagio sociale nelle aree ferroviarie. In coerenza con i principi della Responsabilità Sociale d’Impresa, si è intensificato l’impegno nellasolidarietà con il consolidamento di una rete, ora anche europea, di rapporti con istituzioni, enti locali e associazioni


Gli Help Center

Il primo grande progetto di solidarietà che il Gruppo FS Italiane ha realizzato, in collaborazione con gli Enti locali e il Terzo Settore, per affrontare e contrastare i fenomeni di disagio sociale presenti nelle stazioni. Sono sportelli di ascolto situati all’interno e/o nelle zone limitrofe delle stazioni ferroviarie che orientano le persone in difficoltà verso i servizi sociali della città (centri di accoglienza, comunità terapeutiche, associazioni specializzate) per elaborare percorsi mirati di recupero e reinserimento sociale. I centri sono affidati ad enti del privato sociale o gestiti direttamente dal Comune (L. 328/2000). Per la creazione degli Help Center, il Gruppo FS Italiane concede locali all’interno delle stazioni o nei pressi delle stazioni ferroviarie, in comodato d’uso gratuito, ad associazioni ed enti che si occupano di marginalità e di emergenza sociale. 

Ad oggi gli Help Center presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale sono 16 e costituiscono una vera rete di supporto alla lotta al disagio sociale. Sono oltre 15.000 i metri quadrati gratuitamente concessi nelle stazioni italiani per attività di inclusione sociale, per un valore di circa 23 milioni di euro. I primi due centri sono stati istituiti nelle stazioni di Roma Termini e Milano Centrale ai quali si sono aggiunti quelli di  Bologna, Chivasso, Torino, Genova Cornigliano, Trieste, Firenze Santa Maria Novella, Pescara Centrale, Napoli Centrale, Foggia, Melfi, Reggio Calabria, Messina, Bari e Catania. 

Sulla base degli scambi di buone pratiche tra le imprese ferroviarie che hanno firmato la Carta Europea della Solidarietà, altri Help Center o referenti sociali sono stati istituiti in Europa: in Lussemburgo, a Strasburgo, alla Gare du Nord e de l'Est, a Bruxelles e prossimamente nelle principali stazioni bulgare. 

Affinché gli Help Center possano lavorare sinergicamente, a vantaggio anche della qualità del servizio e della sicurezza nelle aree ferroviarie, il Gruppi si avvale della stretta collaborazione dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle Stazioni (ONDS). L’Osservatorio, la cui direzione tecnica e operativa è affidata alla cooperativa sociale Europe Consulting Onlus, svolge la necessaria attività di coordinamento di tutti i centri e una costante attività di formazione per gli operatori degli Help Center, mediante l’organizzazione di seminari su specifiche tematiche del disagio sociale. Suggerisce inoltre modelli di intervento e svolge analisi dettagliate nell’ambito del disagio sociale monitorando costantemente quantità e tipologia di disagio e relativi interventi effettuati.

 

Rete Sociale Europea

Il disagio sociale non è un fenomeno circoscrivibile ad una nazione ma rappresenta sempre più un fenomeno comune europeo da affrontare con azioni coordinate e condivise.

Le stazioni nelle grandi aree metropolitane di tutti i Paesi dell’Unione Europea rappresentano storicamente un polo di attrazione e un punto di concentrazione sul territorio di molte forme di disagio sociale. Le diverse esperienze messe in campo da ogni Paese sono oggi l’oggetto di uno scambio continuo, nel quadro di Gare Européenne et Solidarité, una rete europea di imprese operanti nel settore della mobilità ferroviaria, che hanno deciso di mettere a fattore comune ciò che hanno imparato sul disagio sociale.

La rete europea è stata istituita a Roma nel 2008 con la firma della Carta Europea della solidarietà (Carta europea per lo sviluppo di iniziative sociali nelle stazioni) da parte di cinque imprese ferroviarie: ferrovie italiane (FS Italiane), francesi (SNCF), lussemburghesi (CFL), belghe (SNCB) e polacche (PKP). Oggi, il documento raccoglie l’adesione di altre otto ferrovie europee: Romania (CFR), Slovenia (Zeleznice), Norvegia (NSB), Bulgaria (NRIC) e Danimarca (DSB),  Repubblica Ceca (CD) e Svezia (Jernhusen) arrivando così a 12 reti firmatarie.

La carta rappresenta il punto di arrivo di un lungo cammino a cui hanno dato certamente impulso i principi sulla responsabilità sociale d’impresa contenuti nel Libro Verde della Commissione Europea del 2001 e il Trattato di Lisbona.

Nel tempo la rete si è ulteriormente allargata, coinvolgendo non soltanto le altre imprese ferroviarie dell’Unione Europea, ma aprendo le porte, attraverso specifiche forme associative, alle istituzioni e alle pubbliche amministrazioni, nonché alle grandi organizzazioni nazionali ed europee che si occupano di persone senza dimora.

Per questo la nostra rete sociale europea è ora estesa anche a soggetti non ferroviari che hanno sottoscritto dei paralleli Patti di Sostegno: l’European Federation of National Organisations Working with the Homeless (FEANTSA), che rappresenta in Europa la più importante rete di associazioni per i senza fissa dimora, l’International Union of Railways (UIC), la Fondazione delle Ferrovie Spagnole, il Comune di Parigi e il Comune di Roma, l’ANCI, la Comunità di Sant’Egidio, la Fondazione Centro Astalli, l’Associazione per i senza dimora Aux Captifs La Libération e FNARS, un’importante Federazione di organizzazioni e associazioni francesi che offrono accoglienza alle persone in stato di disagio sociale.

 

Train in Stations

Sono stati tre i progetti finanziati dalla Commissione Europea, proposti all’interno della collaborazione nata con la Carta Europea della Solidarietà: Hope in Stations, Work in Stations e Train in Stations. Quest’ ultimo progetto europeo ha come obiettivo la costruzione di modelli formativi dedicati al personale ferroviario sulle problematiche legate alle persone emarginate e disagiate presenti nelle stazioni. Il progetto vede impegnate le reti ferroviarie e le organizzazioni associative di quattro paesi membri dell'Unione Europea (Italia, Bulgaria, Francia e Lussemburgo) ed è finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma ERASMUS. "Train in Stations" mira a creare e ad implementare un programma di formazione comune sulla base di modelli innovativi condivisi da tutti gli attori che intervengono nelle stazioni al fine di realizzare la prima classe europea di formatori specializzati nell'intervento sociale nelle stazioni.

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Fonte: Affaritaliani