A Basse di Stura accoglienza per i nomadi più a rischio. Per i senza fissa dimora confermati i punti straordinari della Pellerina e della Colletta.
Con l’approssimarsi della brutta stagione, in previsione dell’abbassarsi delle temperature, l’amministrazione comunale torinese si accinge a programmare l’accoglienza di persone a rischio, avvalendosi della collaborazione del personale della Croce Rossa Italiana, del corpo di soccorso dell’Ordine di Malta, dei volontari di Aizo, Opera Nomadi e Associazione Mamre.
Sulla base dell’esperienza degli anni passati, è prevista la riorganizzazione del campo di Basse di Stura fino ad aprile e l’allestimento, a partire dal prossimo 26 novembre fino a fine marzo, di due punti di accoglienza straordinari, attrezzati con servizi igienici e container riscaldati per l’ospitalità notturna, tra le 20 alle 8, alla Pellerina e al parco della Colletta (complessivamente di 192 persone).
L’intervento dell’amministrazione comunale, predisposto dagli assessori Marco Borgione e Beppe Borgogno, è rivolto soprattutto alle fasce più fragili: donne sole con bambini, in gravidanza, genitori con bimbi in tenera età e persone ammalate, che troverebbero rifugio nelle zone più marginali e degradate dell’area urbana. Il presupposto all’accesso in questo spazio, la cui capienza è di 35 nuclei familiari, circa 150 persone, è l’adesione a percorsi e progetti che prevedono la frequenza scolastica dei minori, l’alfabetizzazione degli adulti e la frequenza a percorsi di formazione professionale, l'adesione ad opportunità lavorative e, novità di quest’anno, l'assenza di condanne penali: "La permanenza temporanea all’interno dell’area di accoglienza - spiegano i due assessori- intende essere un ponte verso migliori condizioni di vita".
Altri 10 nuclei familiari Rom, Sinti e Camminanti (massimo 50 persone) provvisti di loro camper o roulotte saranno accolti per un periodo non superiore a tre mesi nello stesso campo di Basse di Stura. Nelle piazzole vi saranno attacchi a luce e acqua.
Lo spirito del documento adottato ieri dal Comune “è la risposta concreta alla promessa fatta dal Sindaco a Prefetto, Provincia, e Comuni dell’area metropolitana – affermano ancora -: avrà carattere provvisorio e sperimentale se altri non adotteranno analoghi strumenti. Diversamente non si otterrebbe la distribuzione sul territorio, ma la concentrazione su Torino. Un aiuto della Regione nella modifica alla legge del 1993 sarebbe utile perché attraverso un indirizzo legislativo le Province potrebbero attuare una programmazione territoriale di tali strutture”.
Redattore Sociale