MODENA - Sono 89 i senza fissa dimora censiti dal 15 novembre 2012 al 15 marzo 2013 attraverso gli sportelli dei Servizi sociali e del Centro stranieri nell’ambito delle azioni di monitoraggio previste dal Protocollo che da quest’anno regola gli interventi per far fronte dell’emergenza freddo.
Di queste 89 persone (ma erano 250 i potenziali stimati inizialmente, in considerazione di spostamenti di stranieri legati al terremoto e all’emergenza nord Africa), sette sono stati indirizzati verso i Comuni di residenza. Per 31, tutte persone senza rischio sanitario, è scattata l’accoglienza nella sala d’attesa della Stazione ferroviaria, mentre per 51 si sono aperte le porte della Confraternita Misericordia, di Porta Aperta e di alcune parrocchie. Due di queste persone, dopo un periodo di accoglienza sono stati assistite nel rimpatrio. Lo ha fatto sapere l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti rispondendo in Consiglio il 18 marzo all’interrogazione del consigliere del Pd Stefano Prampolini “Come affrontiamo l’emergenza freddo per le persone senza fissa dimora?”.
L’accoglienza, residenziale e temporanea, per persone con patologie sanitarie, presso Porta aperta gli uomini e alla Confraternita di Misericordia le donne, oltre all’accoglienza straordinaria in polisportive e parrocchie, in momenti della stagione invernale particolarmente rigidi per dare riparo a chi vive nei casolari o in luoghi non idonei, che nel 2012 non c’è stato bisogno di attivare, sono, assieme al monitoraggio, tra le azioni previste dal Protocollo firmato lo scorso 15 novembre. “Obiettivo dell’accordo - ha spiegato Maletti - firmato da istituzioni e associazioni che già operavano su questi temi (oltre l’assessorato, l’Azienda Usl e quella ospedaliera universitaria, il Centro d’ascolto dell’Arcidiocesi, le associazioni Porta Aperta, Confraternita di misericordia, gruppo comunale Protezione civile, Croce Blu, Croce Rossa italiana, Agesci e Vivere sicuri) è di coordinare gli interventi, migliorarli e renderli più efficaci. Quest’anno inoltre presso 5 parrocchie si sono attivate delle ospitalità”. Dopo la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza, Elisa Sala del Pd ha sottolineato come l’accordo abbia favorito anche la collaborazione tre le associazioni che, ad esempio, quest’anno svolgono assieme il monitoraggio dei luoghi più frequentati dai senza fissa dimora, attraverso uscite, che continuano anche in marzo, nelle serate con temperature inferiori ai 5 gradi.
“Un monitoraggio che – ha ribadito - non termina con l’emergenza freddo, perché continuano a essere necessari interventi straordinari per far fronte a diverse esigenze”. L’interrogante Stefano Prampolini, che si è dichiarato soddisfatto della risposta, ha definito il protocollo “un passo importante per affrontare il problema in modo sempre più attento ed efficace, perché una società civile può dirsi tale solo se tutela i soggetti più deboli, a prescindere da nazionalità e appartenenza sociale” e ha ricordato anche l’attenzione verso i poveri manifestata da Papa Francesco. (...)