Emergenza freddo: a Roma troveranno posto solo 40 dei 500 senza dimora tossicodipendenti


Pubblicato il 20.12.2006 in News Sociale

Sui 4.000 posti che la città riesce a mettere a disposizione, infatti, sono solo poche decine quelli destinati a chi ha problemi di dipendenze. Intervista a Antonella Camposeragna del Cnca.

A Natale, come ogni Natale, ci saranno tante persone nelle nostre grandi città che dovranno dormire all'aperto, rifugiandosi sotto i ponti, nelle gallerie delle stazioni, in luoghi di fortuna. Tra queste persone senza dimora ce ne sono alcune ancora più sfortunate. Sono i senza  dimora che hanno problemi di alcolismo o di dipendenza dalle sostanze stupefacenti. Una recente ricerca curata dal Cnca, il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, sono stati analizzati i servizi offerti a queste persone, il grado di emergenza che si riscontra e i bisogni emergenti. Abbiamo chiesto alla responsabile scientifica del progetto, Antonella Camposeragna del Cnca di spiegarci meglio la situazione attuale.

Allora, ci può chiarire prima di tutto il dato numerico che riguarda Roma?
La ricerca che abbiamo realizzato sulle sostanze senza fissa dimora, ovvero sulle persone che hanno problemi di tossicodipendenza e di alcool e che sono anche senza una casa, ha riguardato parecchie città italiane. Abbiamo riscontrato delle notevoli differenze da zona a zona per quanto riguarda sia il fenomeno, sia i servizi offerti. Per quanto riguarda Roma abbiamo analizzato i dati delle persone che si rivolgono ai Sert (che complessivamente sono circa 11 mila) e tra questi abbiamo cercato di capire quanti sono gli individui senza fissa dimora che sono anche tossicodipendenti o alcolisti. Ebbene tra quelli che hanno una casa precaria (ovvero si rivolgono agli amici o ai centri notturni) e quelli che non hanno nessuna abitazione avendo anche problemi di droga e alcool, abbiamo dedotto la cifra di circa 500 persone. Il calcolo del bisogno di un tetto tra queste persone è semplice. Siccome il dipartimento per le politiche sociali del Comune di Roma ha la possibilità di mettere a disposizione circa 40 posti letto per le persone senza fissa dimora che hanno problemi di dipendenza e siccome noi sappiamo che in tutto sono circa 500, pensiamo che in questi giorni di Natale ci sono più di 450 persone con problemi di droga e alcool che rischiano di passare le notti al freddo. Ovviamente il Comune di Roma, con l"ente specifico preposto alle tossicodipendenze, non dispone solo di 40 posti. Per tutti gli individui senza fissa dimora ci sono infatti 4000 posti. Di questi, però, solo 40 sono dedicati alle persone con problemi di dipendenza.

Quali sono stati i problemi principali affrontati dalla ricerca e quali saranno ora gli sviluppi?
Il nostro focus specifico è stato dedicato a due questioni principali: da una parte era necessario capire la rilevanza numerica del problema, ovvero quante sono realmente le persone senza fissa dimora che hanno problemi di dipendenza dalle sostanze. Da qui il titolo "sostanze senza fissa dimora”. La seconda questione centrale riguarda la qualità e i tipo di servizi offerti a queste persone. Dal punto di vista dei bisogni scopriamo una preponderanza di bisogni sanitari, dove tra l’altro è anche già più forte la risposta dei servizi pubblici, anche perché spesso tra queste persone senza fissa dimora ci sono anche molti stranieri. Il problema più grosso è quello sociale e in particolare proprio quello delle abitazioni. Ma ci sono anche problemi di disagio psicologico e qualche volta psichiatrico. Sono persone che hanno bisogno di recuperare un loro spazio di tregua. Nella ricerca abbiamo dunque avanzato alcune proposte e abbiamo poi proposto con un convegno l’istituzione di un tavolo periodico di discussione di questi problemi a cui dovranno partecipare i rappresentanti dei servizi sanitari e tutti coloro che si occupano di questi servizi a cominciare dalle associazioni del volontariato e del privato sociale. Bisogna cominciare ad agire a più livelli.
Rispetto al quadro complessivo, ci può indicare altre situazioni cittadine, oltre Roma dove si riscontrano questi problemi?
La situazione in Italia è estremamente diversificata. Ci sono punte di eccellenza come quelle realizzate nella città di Brescia, che ha comunque il vantaggio di essere una città piccola e punte di disagio molto forte legato ai ritardi nell’offerta e organizzazione dei servizi. Purtroppo anche in questo campo si ripete la classica divisione tra nord e sud del Paese. Nelle regioni meridionali i ritardi sono infatti più forti. A Palermo, nello specifico, si registra per esempio una situazione di emergenza. Ma non c’è solo Palermo. In molte altre realtà è necessario aggiornare le politiche sociali e i sistemi di intervento.

Redattore Sociale


Autore: Paolo Andruccioli