Campagna di comunicazione realizzata dalla fotografa Francesca Mancini con i redattori della rivista Shaker. Radicchi (Europe consulting): "Siamo portavoce delle persone senza dimora che rappresentano 8 mila voti nella sola Roma"
Invisibili o inguardabili? Su questa differenza, tutt’altro che sottile, si gioca la campagna di comunicazione “Se mi guardi ti voto” realizzata dalla fotografa Francesca Mancini insieme ai senza dimora redattori della rivista Shaker. L’iniziativa è stata presentata oggi a Roma insieme all’ultimo numero del giornale dedicato alle elezioni capitoline, con uno sguardo verso i bisogni delle fasce della popolazione più fragili: senza dimora, stranieri e disabili.
“In Italia siamo portavoce delle persone senza dimora che rappresentano 50mila voti, di questi ottomila nella sola Roma, il ruolo di Shaker è di portare all’attenzione della politica la voce delle perone che vivono in strada –sottolinea Alessandro Radicchi, presidente della cooperativa Europe consulting – Vogliamo cioè dare voce a quella povertà che spesso non riesce a esprimersi, ma ha diritto di voto e di vedere rappresentate le sue esigenze”.
Alla presentazione della campagna, moderata dalla giornalista di Rainews24 Luce Tommasi, era presente l’autrice degli scatti fotografici Francesca Mancini: “nei volti di queste persone abbiamo cercato di esprimere i loro diritti”, sottolinea. Uno dei senza dimora, redattori di Shaker, Renato Berardi ha ricordato che “il problema di fondo è l’ integrazione”. Sia i senza dimora, sia i disabili che gli stranieri possono essere una risorsa per le amministrazioni se valorizzati –afferma –ma i problemi che li riguardano vanno affrontati a partire dalla questione del lavoro”. Nel nuovo numero di Shaker, oltre al focus sulle elezioni c’è un’intervista a Berardino Guarino del Centro Astalli di Roma e un editoriale di Khalid Chaouki. La tematica del voto è affrontata attraverso racconti di vita, esperienze vissute ed opinioni di chi trova delle difficoltà ad esercitare questo diritto, perché fa parte della categoria dei cosiddetti “invisibili”.