Intervista ad Antonio Mumolo, presidente dell'Associazione Avvocato di Strada. Nata a Bologna, presta ora opera in molte città
Vivere in strada è una condizione di estrema vulnerabilità, fisica, sociale, giuridica. Una persona senza dimora può essere facilmente vittima di rapine ed aggressioni, e si trova spesso coinvolta in dinamiche che le impediscono l’uscita dal mondo della strada ed il recupero di una normale dimensione di vita.
In questa condizione spesso sono anche i diritti ad essere senza dimora, e a finire calpestati. La mancanza di una residenza anagrafica, ad esempio, rende molto difficile l’accesso ad una vasta serie di servizi, come quello sanitario, e può portare alla perdita dei più basilari diritti civili.
L’Associazione Avvocato di Strada opera da più di 15 anni su questa frontiera, offrendo tutela legale gratuita alle persone senza dimora.
Diritti senza dimora: intervista ad Antonio Mumolo, Presidente dell'Associazione
Quando è nata l’Associazione Avvocato di Strada e chi l’ha promossa?
Il primo progetto di Avvocato di strada è nato alla fine del duemila all’interno dell’associazione bolognese Piazza Grande che si occupa, con molti progetti, di persone che vivono in strada. Io sono uno dei fondatori di Piazza Grande e, da avvocato, mi ero reso conto insieme ad altri volontari che spesso chi vive in strada accumula molte problematiche legali che, se non vengono risolte, possono moltiplicarsi ed impedire il ritorno ad una vita comune.
Un homeless non ha la possibilità di pagare un avvocato e molto spesso, poiché privo di residenza anagrafica e di documenti personali o relativi alla propria storia legale, non può neanche chiedere il gratuito patrocinio. Per questo abbiamo pensato di creare uno sportello organizzato come un vero e proprio ufficio legale che, in maniera strutturata, potesse dare una mano a chi aveva bisogno.
L’esperienza si è dimostrata subito molto utile ed efficace e, grazie all’arrivo di tantissimi volontari, abbiamo cominciato a far partire il progetto anche in altre città italiane, sempre all’interno di associazioni che si occupano di persone senzatetto. Nel 2007 abbiamo deciso di formalizzare la nostra realtà ed è nata formalmente l’Associazione Avvocato di strada Onlus, che oggi è attiva in oltre 40 città italiane e può contare su oltre 700 volontari.
Chi sono, di preciso, i destinatari del vostro servizio e come possono accedervi?
Noi assistiamo tutte le persone che vivono in strada nelle città dove siamo presenti. Per noi vale la situazione di fatto e non ci interessa sapere se la persona ha una residenza o no, o se ha i documenti o meno, se è giovane o vecchio, se è un uomo o una donna, se è laureato o analfabeta, se è italiano o straniero. Se vive in strada, in un parco, in un dormitorio o in macchina può essere assistito da noi.
Qual è oggi la situazione legale delle persone senza fissa dimora e quali i principali problemi per cui si rivolgono a voi?
Da noi arrivano persone che hanno problematiche di tutti i tipi: dalla multa non pagata al divorzio, dal foglio di via al lavoro in nero non retribuito, dal permesso di soggiorno alla pensione. Quasi la metà dei casi di cui ci occupiamo si riferiscono a problematiche di tipo civile. Seguono le pratiche di diritto dell’immigrazione, quelle di diritto penale e, infine, quelle di diritto amministrativo. Tra i problemi che affrontiamo più spesso c’è senz’altro quello della residenza anagrafica, senza la quale si perdono molti diritti civili, non si può votare, non si può ricevere una pensione e non si ha accesso al sistema sanitario nazionale. La legge dice che i comuni dovrebbero dare la residenza a chiunque viva in un dato territorio, ma così spesso non avviene e questo può essere un dramma. Tutti i dettagli sulle nostre attività legali possono essere reperite nel nostro bilancio sociale.