Decreto flussi, Inca Cgil: ''Falle nella macchina organizzativa''


Pubblicato il 04.12.2007 in News Sociale

Il presidente, Raffaele Minelli: ‘’Si va avanti a singhiozzo. Il sistema telematico del ministero dell’Interno in occasione del decreto flussi per richiedere il nulla osta al lavoro presenta difficoltà. I patronati lavorano in emergenza’’.
 
“Si va avanti a singhiozzo. Il sistema telematico messo a punto dal ministero dell’Interno in occasione del decreto flussi per richiedere il nulla osta al lavoro presenta varie falle”. E’ quanto sostiene Raffaele Minelli, presidente dell’Inca Cgil.

“In alcune regioni gli operatori dei patronati – afferma - sono costretti a lavorare le pratiche manualmente a causa del ritardo con cui vengono consegnate le necessarie password per accedere al programma telematico e per poter scaricare i moduli da compilare. In Sicilia, ancora oggi si lavora così; in parte anche in Puglia (Bari e Brindisi). A Salerno le password richieste sono state attivate soltanto ieri sera. Stessa cosa si registra in Calabria, precisamente a Castrovillari e Cosenza, nonché a Cagliari, in Sardegna,  dove si concentra il maggior numero di richieste della regione. Anche in altre realtà, come Abruzzo e Molise, le password attive non sono tutte quelle richieste.”

“Ma non basta – sottolinea Minelli -. Oltre alle password non ancora attive, c’è anche il problema del sistema telematico del ministero dell’Interno che collassa ripetutamente. E’ successo in Lombardia, dove nella giornata di ieri il programma informatico ha subito una interruzione che è durata praticamente per l’intera giornata. E’ ripreso a funzionare alle 16 per poi interrompersi di nuovo alle 18.”

 

Secondo Minelli, “le sedi dei patronati lavorano in emergenza, mentre le richieste di nulla osta al lavoro continuano ad aumentare. Sono per lo più datori di lavoro-famiglia che si rivolgono ai patronati per regolarizzare la propria collaboratrice domestica, ma non mancano richieste che devono indurre le nostre istituzioni a riflettere sugli effetti perversi che scaturiscono dalla legge sull’immigrazione Bossi-Fini.”

“Di fatto – spiega il presidente dell’Inca Cgil -, ciò che viene regolarizzato è nella maggior parte dei casi, un lavoro in nero svolto da immigrati già presenti in Italia e non nel paese di origine come vorrebbe la legge. Una ipocrisia già prevista, alla quale si aggiunge un altro fenomeno non prevedibile che sta prendendo piede. La domanda di ricongiungimenti familiari camuffati con la richiesta di altra manodopera immigrata.”

“Di fronte a questo stato di cose – conclude Minelli - occorre un impegno del Parlamento affinché venga accelerata l’approvazione del disegno di legge Amato-Ferrero, che già indica la strada per una più giusta e trasparente presenza degli immigrati nel nostro paese, mettendo la parola fine alle misure di emergenza che finora hanno guidato gli interventi sulla immigrazione.”
 

 

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