Decreto flussi: Ferrero convoca le parti sociali per discuterere delle procedure


Pubblicato il 27.07.2006 in News Sociale

I sindacati chiedono di abbattere i tempi evitando il passaggio dei Consolati e i costi per i lavoratori immigrati, ma anche un intervento strutturale, al di là dell'emergenza.

Il Ministro della Solidarietà Sociale e dell' Immigrazione ha convocato le parti sociali per affrontare il tema delle procedure che sono necessarie a rendere operativo il decreto flussi. Oltre al primo di 170mila lavoratori stranieri, un nuovo decreto, che completerà il suo iter, presumibilmente entro il mese di settembre, prevede altre 350mila autorizzazioni per un totale dei contratti di soggiorno, per il 2006, di 520mila. "Una mole consistente di pratiche che, con le attuali procedure, che sono state  improntate  dal  precedente  governo,  ad  una  filosofia di scoraggiamento, farraginosità e vessazione, alla quale ha fatto riscontro una totale inefficienza della macchina burocratica, il rischio che si corre è che rimangano inevase per lunghi mesi, al punto tale che la burocrazia vanifichi la bontà e la giustezza del provvedimento peraltro da tutti atteso. - commentano i sindacati - Il sistema messo in piedi dal precedente governo ha sostanzialmente fallito e quindi c"è la necessità di affrontare una vera e propria emergenza”.

I sindacati hanno chiesto di abbattere i tempi evitando il passaggio dei Consolati e il più possibile i costi per i lavoratori immigrati , ma anche che si  intervenga strutturalmente  sulla  questione, al di là dell’emergenza, modificando norme e regolamenti, definendo gli obbiettivi a regime a partire dal trasferimento di competenze agli Enti Locali. ”La rete dei Consolati – spiegano i sindacati - rappresenta una strozzatura esiziale anche per le ordinarie attività autorizzative, figurarsi cosa può accadere con 520.000 persone che, pressoché istantaneamente, intasino i consolati alla ricerca del visto. E veramente inconcepibile che queste persone, che come tutti sappiamo, per la stragrande maggioranza, sono qui in Italia, debbano ritornare nel proprio  paese  d’origine, in ossequio alle attuali norme di legge palesemente sbagliate, alla ricerca di un visto senza avere nessuna certezza e garanzia di tempi e buon fine; e nel frattempo creando enormi disagi ad Imprese e Famiglie”. I sindacati auspicano che la prossima settimana si possa approfondire questa situazione anche sul piano tecnico operativo, in un tavolo con i Ministeri competenti della Solidarietà Sociale, dell’ Interno ed Esteri.

Redattore Sociale