Decreto, ''criminalizza chi si trova in una situazione di disagio sociale''


Pubblicato il 06.11.2007 in News Sociale

Il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Bologna critica il decreto legge sulle espulsioni dei comunitari. ''Rischia di affollare le carceri e i cpt''.
 
Il nuovo decreto legge sulle espulsioni dei cittadini comunitari per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza “criminalizza chi si trova in una situazione di disagio sociale e rischia di affollare le carceri e i cpt”. Perplessità circa il nuovo atto governativo arrivano anche dal Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna Desi Bruno. “Le normative vigenti consentono già di allontanare le persone veramente pericolose – spiega l'avvocato in una nota –. E" chiaro poi che è necessario incentivare il rimpatrio di coloro che non riescono ad integrarsi, ma senza criminalizzare chi al massimo dà fastidio ai cittadini senza però costituire una reale minaccia per la comunità”.

Secondo la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Bologna, il nuovo decreto legge fonda l'emanazione del provvedimento di allontanamento da parte dei prefetti per motivi di sicurezza o di ordine pubblico “su presupposti troppo generici e che possono anche prescindere dal commettere reati o illeciti. In questo modo qualunque comportamento, anche solo illegittimo, tale da compromette l'incolumità pubblica o da destare semplicemente allarme sociale, può essere definito come incompatibile con l'ordinaria convivenza e di conseguenza con la permanenza sul territorio. Il problema quindi – continua Desi Bruno nella nota –, non è tanto l’attribuzione di potere ai prefetti, che peraltro già esiste, ma l’assegnazione agli stessi di una discrezionalità non vincolata”.

“A ciò si aggiunge il rischio di una nuova crescita di presenze all’interno dei penitenziari. Carcerazioni legate però a marginalità sociale, e non a crimini o a condotte disdicevoli, poiché la violazione del divieto di reingresso da parte del cittadino comunitario viene trasformata in reato punito con la reclusione fino a tre anni. Per non dimenticare inoltre che nei casi di comprovata urgenza, al provvedimento di allontanamento, immediatamente eseguibile, si applica la disciplina della legge Bossi-Fini sulla convalida e sul trattenimento nei cpt, che così aprono le loro porte anche ai cittadini dell’Unione europea con buona pace del loro superamento” secondo quanto auspicato dal ddl Amato-Ferrero.
 

 

Redattore Sociale


Autore: mt