Dal 2006 al 2011 c’è stato un aumento fluttuante dei prezzi alimentari. “Per chi spende il 50 o l’80% del proprio reddito in cibo, è un vero dramma”: Oxfam scende in piazza con un’azione dimostrativa
Tre scene per “spiegare semplicemente la volatilità dei prezzi”: questo l’obiettivo dell’azione dimostrativa organizzata stamattina da Oxfam Italia davanti alla Fao, che in questi giorni ospita il Comitato sulla Sicurezza alimentare mondiale (Csa). “Se ieri con una certa quantità di denaro era possibile acquistare un sacco di riso, o di grano, oggi con la stessa cifra sene compra solo una manciata. Domani, chissà”: spiega Così Elisa Bacciotti, portavoce di Oxfam Italia, spiegando le tre scene che rappresentano rispettivamente le condizioni alimentar di ieri, di oggi e di domani. Sullo sfondo, un grafico che mostra l’andamento irregolare dei prezzi. “E’ il modo più semplice per spiegare la volatilità dei prezzi, contro cui noi oggi puntiamo il dito: non un concetto astratto, ma per milioni di persone un problema quotidiano, un problema di pancia”.
Solo nel 2010, secondo Oxfam, la volatilità dei prezzi alimentari ha spinto al di sotto della soglia di povertà 44 milioni di persone. “Dal 2006 al 2011 – spiega la Bacciotti – abbiamo assistito a un aumento fluttuante. Un aumento che per noi significa solo spendere qualcosa in più al supermercato, ma per quanti spendono dal 50 all’80% del proprio reddito in cibo, rappresenta un vero dramma”.
Ai delegati del Comitato sulla sicurezza alimentare “chiediamo quindi di dare regole ai mercati delle materie prime alimentari, costruire riserve alimentari nei paesi poveri e di abbandonare le politiche di sostegno ai biocarburanti: oggi infatti il cibo finisce sempre più nei serbatoi delle auto piuttosto che nelle pance delle persone”.