I cittadini comunitari dovranno favorire oltre alla carta d'identità, il contratto di lavoro e il libretto sanitario pena l'allontanamento. Milano è il primo Comune ad attuare la direttiva Ue, ma non ci saranno pattuglie solo per i controlli.
La linea dura contro "accattoni, senza dimora e lavavetri" a Milano inizia oggi. Quando, oltre al documento d'identità, i cittadini comunitari dovranno favorire anche il contratto di lavoro e il libretto sanitario, pena l'allontanamento dal Comune secondo quanto stabilito da una direttiva comunitaria (n. 38 del 2004; ndr) recepita in Italia dal decreto legislativo 30/2004 entrato in vigore lo scorso 11 aprile. E al capoluogo lombardo spetta il primato del primo Comune a prendere questo tipo di provvedimenti.
"Dopo i controlli - spiega Riccardo De Corato, vicesindaco e assessore alla Sicurezza -, le persone fermate verranno invitate a recarsi all'ufficio anagrafe, dove dovranno dichiarare le proprie generalità, residenza, attività lavorativa e la disponibilità di risorse economiche. Alla scadenza dei 90 giorni, se non saranno rispettate le condizioni previste si perderà il diritto di soggiorno, con conseguente espulsione".
La procedura per espellere cittadini comunitari dunque è piuttosto complessa e i primi a incappare nei controlli saranno proprio i mendicanti, dopo di loro toccherà a chi abita nei campi nomadi rom. “Per rendere più efficace il sistema dei controlli, – aggiunge il vicesindaco – Milano ha intenzione di predisporre una banca dati operativa, che sarà messa a disposizione delle polizie locali di tutti i Comuni della Provincia di Milano”. Non ci saranno però pattuglie dedicate esclusivamente all'applicazione della direttiva Ue, come fanno sapere dal Comando di piazza Beccaria, sede della Polizia municipale: "I vigili hanno ricevuto le nuove disposizioni. E le applicheranno nell'ambito dei controlli che già vengono effettuati ogni giorno".
"Le norme ci sono e vanno applicate, ma non possono valere solo per i Rom", spiega Bruno Nascimbene, docente di Diritto dell'Unione europea all'Università statale di Milano e membro del direttivo dell'Asgi, l'associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, e aggiunge: "Questi stessi requisiti devono essere chiesti anche a cittadini tedeschi, francesi, maltesi e lituani che restano in Italia per un periodo superiore ai tre mesi". A livello giuridico poi, i provvedimenti di allontanamento sono competenza del Prefetto e non del Comune. "Al sindaco spetta solo il compito di identificare le persone e accertare se siano in possesso o meno dei requisiti richiesti", spiega Nascimbene. E la normativa europea non prevede neppure un trattamento specifico per i Rom, principali destinatari dei provvedimenti presi dal Comune di Milano. "Si rischia di confondere i piani, e poi tra i Rom ci sono anche cittadini italiani e contro di loro non vale nessun decreto di allontanamento".
Redattore Sociale