''Ala Milano'' mette in guardia sull'aumento del consumo di cocaina. Monito al mondo politico: ''Manca una strategia complessiva di lotta alla droga''.
Il consumo di cocaina ha raggiunto proporzioni dilaganti nella nostra società, diffondendosi in modo preoccupante in molti strati sociali. Ala Milano, associazione impegnata sul fronte della prevenzione alle dipendenze, lancia l'allarme sulla diffusione della povere bianca, analizzando il fenomeno del consumo di massa di cocaina e suggerendo provvedimenti per arginarlo.
Resistente all'euro. "Da anni diciamo che il costo al grammo della cocaina si è abbassato - si legge in una nota -. Negli anni '80 sulla piazza di Milano l'acquirente doveva sborsare dalle 250.000 alle 350.000 lire al grammo, oggi per la stessa quantità il prezzo oscilla dai 60 agli 80 euro. Il costo della vita è aumentato, la cocaina no".
Consumo trasversale. "Da anni evidenziamo la trasversalità del fenomeno: non è un problema che riguarda solamente i giovani, solamente le persone che vivono ai margini della nostra società, quelli che non ce la fanno", fanno sapere da Ala Milano. Secondo la Onlus, la cocaina è consumata indistintamente da "casalinghe, operai, dirigenti, impiegati, funzionari, giornalisti, attori, registi, calciatori, ciclisti, modelle, disoccupati, ferrovieri, studenti, medici,infermieri, consiglieri comunali e regionali, parlamentari". Le motivazioni al consumo vanno individuate: "nella ricerca del piacere, nel desiderio di essere sempre efficienti, nella curiosità o nella trasgressione per i più giovani, nel tentativo di socializzare meglio". Colpa del "modello culturale imperante, imperniato sull'apparire e sullíindividualismo portato agli estremi", e della "mancata percezione della pericolosità di questa sostanza".
I rimedi. "Il sistema d'intervento sulle dipendenze fa quello che può - dicono da Ala -. Il fenomeno Cocaina non può essere risolto dando solamente la delega agli specialisti del settore, le forze messe in campo devono essere molteplici. Manca una strategia complessiva di lotta alla droga, basti pensare ai balletti politici sul tema, dove il problema principale verte sullo scontro ideologico, o peggio si muove sull'asse del consenso elettorale". Nelle agende politiche locali e nazionali "il tema non rientra nelle priorità" e "vi è un'indifferenza generale rispetto al fenomeno, tranne ovviamente quando la cronaca porta alla ribalta episodi eclatanti. I media, invece, potrebbero avere un ruolo decisivo nella prevenzione al consumo di questa sostanza, se dedicassero periodicamente spazi a campagne di informazione". E' quindi necessario che "tutta la società" si faccia carico del problema, perché "non è sufficiente lasciare l'onere alle forze dell'ordine e al sistema d'intervento sulle dipendenze".