Convegno Nazionale sull'ordinamento penitenziario


Pubblicato il 29.11.2005 in Eventi

Dall'1 al 3 dicembre a Roma il convegno nazionale del Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario. Tre giorni di discussioni sui 30 anni della riforma dell'ordinamento penitenziario, con uno sguardo al futuro. 

Il Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario (Seac) organizza il suo 38° Convegno Nazionale dal titolo: “1975-2005: la società italiana e la riforma dell’ordinamento penitenziario. Trent’anni di luci ed ombre. Quale futuro?”. Il convegno si svolgerà a Roma dal 1 al 3 dicembre, presso la sala Convegni dell’Istituto Suore Maria Bambina.

L’appuntamento è stato presentato lo scorso 26 luglio a Roma, in occasione del trentesimo anno di promulgazione della legge sull’ordinamento penitenziario (L. 354/75). “Legge che costituisce ad un tempo il punto di arrivo di un dibattito molto contrastato, iniziato nel 1947, ed il momento di avvio di un altro percorso di applicazione della riforma, altrettanto contrastato, che arriva ai giorni nostri”, ricorda il Coordinamento.

Il convegno si articola in tre giornate che prevedono relazioni, dibattiti e tavole rotonde di giuristi ed esperti di diritto penitenziario, funzionari del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, rappresentanti degli Enti Locali, magistrati. All’interno del Carcere di Regina Coeli si svolgerà poi una sessione di incontro tra esperienze dal carcere e realtà ecclesiale. Una parte del convegno sarà dedicata all’incontro tra le realtà del volontariato penitenziario.

Afferma il Seac: “Il convegno si propone, a trent’anni dall’entrata in vigore della legge, di fare un bilancio e di approfondire gli aspetti ed i meccanismi che hanno favorito oppure ostacolato l’applicazione della riforma, per prendere consapevolezza su come procedere in senso concretamente positivo. La situazione nel tempo si è certamente articolata, ma quel che non si è riusciti a cambiare in larghi strati della società è il modello del carcere come sola pena (modello che spinge quindi a costruire sempre nuovi istituti), è la precarietà della condizione del detenuto, sempre soggetto alla discrezionalità del potere che in un attimo , per qualunque motivo, può annullare ogni conquista di dignità”.

Da ricordare che il Seac costituisce dal 1967 una presenza attiva nel volontariato delle carceri e della giustizia. Coordina associazioni diffuse su tutto il territorio nazionale.

 


Fonte: Redattore Sociale