Compravano bambini in Romania per costringerli a furti e rapine in Italia


Pubblicato il 21.07.2006 in News Sociale

Blitz della polizia nei campi nomadi di Roma e Milano: arrestata la banda di 9 rumeni, ora accusati di traffico di minori e riduzione in schiavitù. Un centinaio i bambini rom coinvolti di età compresa tra gli 8 e i 14 anni

Compravano bambini in Romania per costringerli a furti e rapine in Italia, contando sul fatto che i minori, tutti sotto i 14 anni, non potessero essere perseguiti penalmente. Ma un blitz della polizia nei campi nomadi di Roma e Milano ha portato all'arresto della banda: 9 rumeni, ora accusati di traffico di minori e riduzione in schiavitù, sulla base di intercettazioni, testimonianze e filmati.  Per i 6 residenti a Roma e Milano, una è una donna, è già scattato il provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip Claudio Mattioli, che ha chiesto l´estradizione per gli altri 3 complici individuati in Romania. Coinvolto per concorso nell´associazione a delinquere anche un avvocato civilista romano: preparava i documenti necessari alla scarcerazione dei minori.

Un centinaio i bambini coinvolti, rom, di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. Molti provengono dalla città di Craiova, in Romania, cresciuti in contesti di grave povertà, emarginazione, e degrado e quindi venduti dalle stesse famiglie. Vivevano nei campi nomadi di Cascina Bareggiate a Pioltello (Milano) e di Tor Cervara a Roma. I bambini erano costretti a raccogliere almeno 200 euro al giorno, perlopiù tramite furti e rapine, spesso eseguite in gruppo e ai danni di turisti a Milano e Roma, ma anche a Bologna e a Firenze. La sera, prima di rientrare nei campi, chiamavano i loro sfruttatori: se non avevano raccolto la cifra pattuita non potevano rientrare a casa, e alla prima occasione venivano puniti con botte, spegnimento di sigarette, digiuni e altre violenze. Questo quanto emerge dall'inchiesta "Balé", in  romané significa guardia, condotta dalla IV° sezione della squadra mobile di Roma, guidata da Dania Manti.

Il sindaco di Roma, Valter Veltroni, ha voluto sottolineare l´importanza della collaborazione tra le forze dell´ordine e le istituzioni: "Tutti i diversi anelli della legalità hanno funzionato insieme. E quando questo succede viene garantita anche l´umanità dell´intervento". In effetti le indagini, partite nel dicembre 2005, hanno attinto dalle banche dati del Campidoglio per individuare i vertici dell´organizzazione. I sospetti nascevano dal susseguirsi di una serie di denunce di furti e rapine praticati da gruppi di bambini ai danni di turisti, in pieno centro. I bambini però, quando venivano fermati dalla polizia e tradotti nei centri di prima accoglienza (Cpa) degli istituti di pena minorili, risultavano avere molti genitori: ogni volta si presentava una persona diversa con i documenti di paternità, chiedendo il rilascio del "figlio" perchè minore di 14 anni. A scoprire il resto sono servite le intercettazioni telefoniche nazionali e internazionali, e le immagini registrate da telecamere piazzate in prossimità dei campi, oltre alle testimonianze rese da due bambini. Apprezzamento sull´operazione Balé è stato espresso anche da Save the children Italia, organizzazione internazionale per la difesa dei bambini. Ma il direttore Valerio Neri chiede alle forze dell´ordine di dotarsi di "competenze specifiche per l'identificazione dei minori migranti vittime di tratta e sfruttamento", affinché non ci si limiti a reprimere i reati commessi da questi minori senza capire se questo sia il frutto di una libera scelta o di una grave costrizione.

Adesso dei circa cento bambini, alcuni sono tornati in Romania dalle proprie famiglie, altri restano in Cpa, e molti sono stati accolti nei centri di accoglienza per minori non accompagnati delle due metropoli. "E´ un lavoro di polizia investigativa, ma l´intento primario, oltre all´arresto dei responsabili, è di salvare le vittime di una situazione grave e pericolosa, non in sintonia con i tempi moderni" commenta Alberto Intini, capo della squadra mobile romana. Ma qualche dubbio sul futuro dei "costorari", come si definivano in gergo tra di loro, rimane. Per quanto riguarda la città di Roma infatti, dei 446 minori rumeni non accompagnati accolti nel 2005 nel circuito comunale dei centri per minori, ben 413 (93%) se ne sono andati entro ventiquattro ore. "E´ un lavoro complesso - dichiara l´assessore alle politiche sociali di Roma, Raffaela Milano - con i più piccoli c´è più speranza di un recupero". Anche perchè per i più grandi, senza la partecipazione ad un "progetto di integrazione sociale e civile” di almeno 2 anni, scatta l´espulsione per legge al compimento del diciottesimo anno di età.

 

Redattore Sociale


Autore: Gabriele Del Grande