Il temuto allarme caldo è "l’ultima delle emergenze da affrontare in città". Crisi economica, precariato, licenziamenti e disoccupazione sono i veri problemi in Alessandria, come, nel resto dell’Italia. Lo sostiene la Caritas
"Lo dico sinceramente. La cosiddetta 'emergenza caldo' è l'ultimo dei nostri problemi", Giampaolo Mortara, direttore della Caritas diocesana, lo dice quasi come fosse un atto liberatorio. L'istituto alessandrino si occupa ogni giorno di emergenze e fa notare che il caldo è "solo" un disagio aggiunto ad altre problematiche, "ben più preoccupanti." Crisi economica, precariato, licenziamenti e disoccupazione sono i veri problemi che affliggono le famiglie, i giovani e gli anziani che si rivolgono ai volontari della Caritas. L’afflusso quotidiano al servizio mensa e al servizio notturno di accoglienza è sempre molto alto, e certamente non è contingente solo al caldo tipico di questo periodo, ma al disagio sociale in generale. Anche se, certo, le temperature tropicali toccate in questi giorni non aiutano. Negli ultimi due anni si sono regoistrate circa trecento situazioni di povertà in Alessandria, dovuti alla perdita del lavoro e all’emarginazione. Grazie al Centro d’Ascolto della Caritas molte persone bisognose trovano un punto di riferimento, di ascolto e di considerazione, e ottengono dei progetti di aiuto personalizzati.
Le richieste di aiuto arrivano anche in estate, soprattutto da cittadini con problematiche legate alla mancanza di lavoro e di abitazione, sia italiani che stranieri, molti già da tempo presenti sul territorio alessandrino in queste gravi condizioni. La Caritas ha così continuato anche in questi giorni di vacanza ad offrire un servizio mensa, il Centro d’ascolto, un ostello di accoglienza notturna per persone senza fissa dimora e un centro di distribuzione di indumenti. Sono circa un centinaio i pasti preparti quotidianamente dai volontari e distribuiti dalla mensa. Anche il centro di accoglienza notturna è una risorsa indispensabile perché offre un posto letto, uno spazio di dialogo, la possibilità di fare una doccia, una piccola colazione e il collegamento, attraverso il Centro d’Ascolto, con i servizi socio-assistenziali e sanitari di competenza pubblica e privata.