Caritas: "Aumentano i nuovi poveri"


Pubblicato il 31.01.2012 in News Sociale

 

Bilancio drammatico: al centro d’ascolto compaiono famiglie finora mai viste

 

Ravenna - «Sono aumentate le famiglie che si rivolgono a noi per la prima volta, e anche quelle che ritornano dopo anni. A dimostrazione di quanto la situazione sia grave». Raffaella Bazzoni, responsabile del Centro di ascolto della Caritas di piazza Duomo, mostra i dati del 2011 sulle accoglienze: i numeri non si distaccano molto da quelli dell’anno precedente, mostrando anzi una diminuzione delle richieste di aiuto, ma la realtà è invece molto articolata e preoccupante. Nel 2011 il centro ha effettuato 4.037 colloqui, contro i 4.124 del 2010; i pacchi viveri distribuiti sono stati 2.840, mentre nel 2010 erano stati 2940. Se però si analizza il dato delle famiglie, si scopre che delle 936 accolte l’anno scorso, 342 hanno bussato alla porta della Caritas per la prima volta. «Nel 2010 - sottolinea Raffaella Bazzoni - erano stati 280, quindi l’incremento è stato del 22 per cento. E anche in questo primo mese del 2012 ogni giorno avviciniamo nuove persone in difficoltà». 

A questo si aggiunge un altro fenomeno, quello dei rimpatrii e dei ritorni al paese di origine, soprattutto per le famiglie immigrate dal sud Italia. Perché molti di quelli che si erano trasferiti nella nostra città col miraggio di un futuro migliore, hanno rinunciato. Questo spiegherebbe anche la diminuzione dei colloqui nel 2011 rispetto all’anno prima: il numero di nuove famiglie è stato infatti compensato da quello di chi ha scelto di tornare a casa. 

Dei 936 nuclei familiari accolti dal Centro di piazza Duomo, per un totale di 2.544 persone, circa un terzo è costituito da italiani, dato in lievissimo aumento rispetto al 2010. I nuclei italiani con un capofamiglia tra i 35 e i 44 anni sono i più numerosi (94), quindi la fascia di età si alza sempre di più. Gli over 75 sono rappresentati da 22 famiglie. Negli stranieri l’età delle famiglie in difficoltà è più bassa. Se infatti la fascia più esposta è, anche in questo caso, quella tra i 35 e i 44 (193 famiglie), subito sotto si colloca quella tra i 25 e i 34 anni (151). Sono numeri significativi, osserva Raffaella Bazzoni, che ci fanno notare come «anche i nuclei con capifamiglia che sarebbero più in grado di lavorare, in realtà si trovano in condizione di forte bisogno».

 


Autore: Annamaria Corrado